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    Cingolani contro Greta: “Basta con l’ipocrisia del bla bla bla. I governi sono all’opera, eversivo negarlo”

    Credit: Ansa
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 8 Nov. 2021 alle 15:37 Aggiornato il 8 Nov. 2021 alle 15:41

    Cingolani contro Greta Thunberg: “Eversivo il suo bla bla bla”

    Duro attacco del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, contro Greta Thunberg e quella che ha definito “l’ipocrisia del bla bla bla”.

    Intervista a Mezz’ora in più, la trasmissione di Lucia Annunziata in onda domenica 7 novembre su Rai 3, Cingolani ha dichiarato: “Rifiuto enormemente l’ipocrisia del bla, bla, bla. Tutti stanno lavorando sulla transizione ecologica, ma ci sono delle regole, c’è la democrazia che stabilisce chi sono i rappresentanti. Io trovo quasi eversivo dire che le persone che stanno lavorando su queste cose non rappresentano nessuno, rappresentano dei Paesi e sono stati eletti”.

    “Buttare giù un muro – ha spiegato il ministro – è più facile che costruirlo e metterlo in asse. Adesso ci sono i rappresentanti dei vari Paesi che stanno facendo un lavoro molto molto complesso, che tentano di conciliare la sostenibilità sociale con la sostenibilità ambientale”.

    “Dopo l’esperienza della you4climate ho capito che abbiamo molto da ascoltare da questi giovani, la loro protesta ha ragione di essere, avevamo il futuro ma glielo abbiamo consegnato molto buio. Però ora dobbiamo creare un rapporto di fiducia, è importantissima per il percorso che ci porterà al 2050”.

    “Bisogna essere estremamente onesti con i cittadini: stiamo facendo un cambiamento epocale e l’Italia e l’Europa hanno una funzione di guida per il resto del mondo: bisogna passare da un modello di sviluppo a spese del pianeta, a un sviluppo per il pianeta” ha aggiunto Cingolani.

    “Non si può andare troppo lenti, perché sappiamo quando sia urgente la necessità di ridurre le emissioni, e non c’è più tempo da perdere per il cambiamento climatico. Ma nello stesso tempo se si va troppo veloci rischiamo di mettere per strada milioni di famiglie, perché cambiano i modelli di manifattura, di produzione e di mobilità”.

    “Il vero errore che è stato fatto sino a ora era di parlare di cambiamento climatico senza accorgersi che cambiamento climatico e diseguaglianze globali sono strettamente legati, bisogna fare le due cose insieme. Ecco perché se si fa male, troppo in fretta o troppo lentamente rischia di essere un grave danno, soprattutto ai più deboli”.

    “I Paesi attualmente inquinanti, Cina, Russia e India hanno modelli di sviluppo che ci mettono di più a cambiare rispetto al nostro. Un grande risultato del G20 aver ottenuto il riconoscimento del bisogno di un’accelerazione. Persino questi paesi hanno ammesso che non bastano più i due gradi di riscaldamento climatico per metà secolo ma bisogna andare a uno e mezzo, bisogna accelerare. Ora la negoziazione sta nel trovare l’anno in cui siamo tutti d’accordo a fare i nostri cambiamenti” ha concluso il ministro.

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