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    Chi è Armando Siri della Lega | Le accuse | Perché Conte vuole che si dimetta

    Armando Siri della Lega.
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 2 Mag. 2019 alle 22:40 Aggiornato il 2 Mag. 2019 alle 23:18

    Chi è Siri della Lega | Armando Siri | Accuse | Bancarotta fraudolenta | Titolo di studio | Laurea | Moglie | Caso Siri Lega

    Chi è Siri della Lega – Il 2 maggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto le dimissioni di Armando Siri, indagato per corruzione (qui il caso Siri riassunto approfonditamente).

    Ma chi è davvero Armando Siri? – Armando Siri è il sottosegretario della Lega con delega alle Infrastrutture e ai Trasporti indagato per corruzione dalla Procura di Roma per presunte mazzette da circa 30mila euro, apparentemente ricevute per modificare la norma sulle energie rinnovabili da inserire nel Def 2019 (qui abbiamo spiegato di cosa è accusato).

    La notizia è arrivata nella mattinata del 18 aprile e da quel momento è scoppiato un vero e proprio “caso Siri”, che ha spaccato la maggioranza di governo giallo-verde sulle dimissioni o meno del sottosegretario.

    Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio infatti chiede dimissioni immediate di Armando Siri, mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini lo difende a spada tratta, in nome della presunta innocenza.

    Chi è Armando Siri

    Armando Siri è recentemente passato agli onori della cronaca come l’autore della proposta di legge per la riforma fiscale ad aliquota unica, cioè l’introduzione della flat tax.

    Una tassa al 15 per cento su tutti i redditi da lavoro, il cui progetto applicativo per l’Italia viene certificato nell’aprile 2014 a Milano anche dal professore della Stanford University, Alvin Rabushka, padre fondatore di tale sistema fiscale già applicato in circa 40 Paesi al mondo.

    Siri ha inoltre lavorato alla stesura del testo di legge che propone l’introduzione del servizio civile obbligatorio e retribuito per tutti i giovani maggiorenni ed è autore della proposta del Reddito di Avviamento al Lavoro.

    Nel maggio 2015 viene nominato responsabile economico e della formazione di “Noi con Salvini”, il movimento politico che rappresenta il nuovo corso della Lega Nord di Matteo Salvini nelle regioni del centro-sud Italia.

    Alle elezioni politiche del 2018 del 4 marzo si candida con la Lega di Matteo Salvini al Senato e viene eletto nel collegio dell’Emilia-Romagna per la XVIII legislatura. L’11 giugno 2018 diventa sottosegretario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

    Titolo di studio

    Nel 2018 ha dichiarato di non aver mai conseguito la laurea in scienze politiche che gli è stata attribuita in diverse occasioni in passato.

    Armando Siri non nasce però come politico, ma come giornalista. Pubblicista dal 1998, ha lavorato come redattore a Mediaset ed è stato autore di programmi televisivi.

    L’impegno politico

    Il suo impegno politico comincia con la gioventù socialista (Psi) e l’amicizia con Bettino Craxi.

    Nel 2011 decide di fondare e presiedere il partito Italia Nuova.

    Dal 2014 il suo riferimento diventa Matteo Salvini, leader della Lega e attuale vicepremier e ministro dell’Interno del Governo Lega-M5s.

    Anima riformista, molto più moderato del leader padano. “Ho toni moderati, ma sui contenuti sono radicale”, diceva.  Queste le dichiarazioni di Armando Siri all’epoca: “Non ho padri politici, quando ero giovane ero molto attratto dalla politica di Craxi. Aveva una visione di forza dello Stato che doveva mantenere posizioni chiare in campo economico. L’ho molto ammirato per il suo intuito, ma adesso il tempo è cambiato come la società italiana”.

    La moglie di Armando Siri

    Armando Siri si è sposato a soli 20 anni e a 21 è diventato papà. La famiglia con cui vive a Milano è quindi composta da sua moglie e da sua figlia, oggi 21enne.

    Bancarotta fraudolenta

    Il “caso Siri” che lo vede indagato per corruzione, non è l’unica vicenda giudiziaria che lo vede protagonista: nel 2014, in seguito al crack di “MediaItalia”, società da lui presieduta, Armando Siri patteggia una condanna a un anno e otto mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta.

    Oltre a tale ammanco, si aggiunge un’elusione fiscale per un valore di 162mila euro. 

    Caso Siri: le accuse

    Dal 18 aprile 2019, Armando Siri è indagato per corruzione e nella sera del 2 maggio il premier Giuseppe Conte, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha annunciato che chiederà le sue dimissioni.

    Mi assumo la responsabilità politica di chiedere nel prossimo consiglio dei ministri di mettere all’ordine del giorno la revoca delle deleghe al sottosegretario”, ha detto Conte.

    Secondo la procura di Roma, Armando Siri avrebbe ricevuto del denaro (una mazzetta da circa 30mila euro) per modificare una norma da inserire nel Def 2019.

    La norma che si intendeva modificare (e che in seguito non è stata approvata) aveva l’obiettivo di favorire l’erogazione di contributi per le imprese nel campo delle energie rinnovabili.

    Nel filone siciliano dell’inchiesta, sono in tutto nove le persone indagate. Le indagini vanno avanti da circa sei mesi, nel totale riserbo visto il coinvolgimento di un membro del governo.

    A fare da tramite, l’ex deputato di Forza Italia e responsabile del programma della Lega sull’Ambiente, Paolo Arata, indagato per concorso in corruzione.

    Paolo Arata chi è 

    Paolo Arata è un docente universitario genovese e su di lui sta indagando da tempo la Dia di Palermo. I rapporti del professore Arata con l’imprenditore Vito Nicastri, considerato il “re” dell’eolico siciliano sono al vaglio degli inquirenti.

    Vito Nicastri era stato condannato agli arresti domiciliari, per la sua vicinanza al superlatitante Matteo Messina Denaro. Nicastri ha spesso violato il divieto di uscire dalla sua dimora, permettendo così agli inquirenti di scoprire le sue frequentazioni con Arata.

    Secondo i magistrati, tuttavia, Siri non sarebbe stato a conoscenza dei legami tra Arata e Nicastri.

    Tensione Lega-M5S sul caso Siri

    La Lega difende il sottosegretario Armando Siri, ritenendo il caso “un’assurdità”.

    Il Movimento Cinque Stelle, invece, è compatto nel chiedere le dimissioni di Armando Siri.

    “Sulla questione morale il Movimento non arretra: comunque si chiami il sottosegretario da noi le regole si rispettano, che tu sia del Movimento o del partito alleato. Questo deve essere chiaro”, ha detto Luigi Di Maio.

    Per approfondire: Vi ricordate quando il sottosegretario Armando Siri diceva: “Per combattere la corruzione basta il buonsenso”? 

    Leggi anche: Quando Di Maio voleva ministro dell’Economia Siri, che aveva già patteggiato per bancarotta fraudolentadi Nello Trocchia per TPI

    Nelle foto qui sotto Armando Siri

    Il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri.

     

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