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    Il quotidiano spagnolo Abc: “Nel 2010 il Venezuela di Chavez finanziò il M5S con 3,5 milioni di dollari”. Caracas smentisce

    Secondo il giornale conservatore, che pubblica in prima pagina anche lo stralcio del documento riservato dei servizi venezuelani, il denaro venne consegnato in contanti direttamente a Gianroberto Casaleggio attraverso il console venezuelano a Milano

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 15 Giu. 2020 alle 10:50 Aggiornato il 16 Giu. 2020 alle 12:22

    “Il chavismo finanziò il Movimento 5 Stelle che oggi governa in Italia”. Questo il titolo di oggi –  lunedì 15 giugno – del quotidiano spagnolo Abc. Lo scoop emerge grazie ai documenti secretati della Direzione Generale dell’Intelligence Militare di Caracas e, secondo quanto rivela il giornale, nel 2010 il ministero degli Esteri del regime di Chavez Nicolas Maduro avrebbe fatto inviare 3.5 milioni di dollari al consolato venezuelano a Milano per finanziare il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. C’è di più, secondo Abc, sarebbe stato proprio Casaleggio il destinatario finale dei soldi inviati per ordine del presidente Hugo Chavez.

    I documenti esclusivi

    Abc sostiene che i 3,5 milioni di euro sono stati inviati “in maniera sicura e segreta attraverso valigia diplomatica“, secondo l’archivio di intelligence militare diretto nel 2010 da Hugo Carvajal, “profugo della Giustizia da novembre scorso, dopo che l’Audiencia Nacional ha approvato la sua estradizione negli Stati Uniti, dove è indagato per reati di narcotraffico e forniture di armi alla guerriglia colombiana delle Farc”. “La somma destinata a finanziare il M5S – continua Abc – proviene da fondi riservati amministrati dall’allora ministro dell’Interno e oggi vicepresidente responsabile dell’Economia, Tareck el Aissami, secondo il testo ottenuto dal quotidiano”, scrive ancora Abc ricordando che El Aissami era ed è una delle persone più vicine a Maduro.

    Il quotidiano spagnolo a riprova della fondatezza dell’informazione, pubblica un documento top secret dei servizi segreti militari venezuelani. I soldi nella valigetta – si legge nel documento – sono stati consegnati a “un cittadino italiano di nome Gianroberto Casaleggio, fondatore di un movimento rivoluzionario anticapitalista e di sinistra nella Repubblica italiana“.

    Le accuse

    Il quotidiano spagnolo tratteggia Casaleggio come il cofondatore del Movimento 5 Stelle insieme al comico e attore Beppe Grillo. “Morto nel 2016 – si legge – questo informatico è considerato l’ideologo dell’M5S. Casaleggio, Grillo e i loro seguaci costituirono una corrente rivoluzionaria di ispirazione ecologica, antimperialista ed europeista. I suoi leader hanno sempre condannato l’essere inquadrati nella divisione dicotomica della politica tradizionale tra sinistra e destra. Si definiscono una libera associazione di cittadini”. Quindi il giornale iberico ricorda che “dallo scorso settembre, il governo italiano della coalizione è stato guidato da Giuseppe Conte, su proposta dell’M5S. Fino a dieci dei 22 membri del Consiglio dei ministri sono associati all’M5S, incluso il capo degli affari esteri, Luigi Di Maio . Questo è stato il capo politico dell’M5S fino allo scorso gennaio, il mese in cui Vito Crimi è subentrato”.

    Va ricordato che il Movimento 5 Stelle, ha da sempre posizioni vicine al regime del successore di Chavez Maduro (e infatti di recente si è schierato contro Juan Guaidó, presidente ad interim del Venezuela), è nato nel 2009 e si è presentato per la prima volta alle elezioni amministrative proprio l’anno in cui avrebbe ricevuto i soldi da Caracas.

    Le reazioni

    Fonti diplomatiche di Caracas smentiscono la veridicità del documento di Abc: “Un falso”. Abc, invece,scrive che il governo venezuelano ha scelto di non rispondere. “Possibilità di replica – si legge – è stata offerta anche all’attuale leader del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, al precedente leader politico Luigi di Maio, al console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino e allo stesso Grillo. Nessuno di loro ha risposto alle domande di questo quotidiano”.

    L’ambasciata del Venezuela a Roma, contattata dall’Ansa, sul presunto finanziamento al M5S dice che “si tratta di un’informazione falsa e assurda, adiremo le vie legali”. La fonte dell’ambasciata riferisce tra l’altro che nel 2010 il M5S era appena nato ed era quindi “completamente sconosciuto in Venezuela” e che all’epoca il console venezuelano a Milano – da cui secondo la ricostruzione di Abc sarebbero passati i 3,5 milioni – era appena arrivato in sede.

    Intanto, l’articolo del giornale spagnolo ha subito provocato reazioni negli ambienti politici italiani. “Non commento. Il caso deve essere affrontato in altri contesti che eventualmente valutino la regolarità della cosa, l’effettivo essere accaduto. Io credo che oggi si possa ragionare di altri temi prioritari per il Paese. Certo sono questioni che poi verranno approfondite nelle sedi opportune e non è certo mio compito oggi farlo”, ha detto la ministra della Famiglia Elena Bonetti. Anche il capogruppo del Pd Graziano Delrio prova a non commentare parlando di “indiscrezioni giornalistiche di cui non abbiamo contezza della veridicità”. Poi però concede: “Cerchiamo di fare insieme il bene di questo Paese, ogni partito ha le sue dinamiche, i suoi rapporti e le sue relazioni”.

    Dura la reazione del centrodestra, che chiede al Movimento 5 Stelle di fare chiarezza. Giorgia Meloni chiede: “il governo chiarisca immediatamente in Aula su questa gravissima ipotesi e che la magistratura sia celere nell’indagare sulle numerose ipotesi di reato”. “Il M5S  – ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia – ha sempre avuto una incomprensibile simpatia per il regime venezuelano, tanto da isolare l’Italia a livello europeo e occidentale su questo delicato dossier. Ora emerge una notizia sconcertante”.

    La stessa richiesta di Fdi a chiarire in Parlamento arriva anche da Forza Italia, con le capogruppo alla Camera e al Senato, Mariastella Gelmini e Annamaria Bernini, che dichiarano: “Di Maio deve riferire immediatamente in Parlamento”. Il vicepresidente FI Antonio Tajani, intanto, ha presentato un’interrogazione all’Europarlamento indirizzata a Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri.

    L’autore dello scoop

    L’Adnkronos ha raccolto una dichiarazione dell’autore dello scoop di Abc, il giornalista Marcos Garcia Rey, che non si mostra intimorito dalle minacce di querele arrivate dal Venezuela e dal Movimento 5 Stelle, e difende il suo lavoro, sostenendo che si basa “su più fonti”. “È normale – ha detto – che le persone interessate dalle informazioni si difendano, ma io sono tranquillo. Il mio lavoro è verificato da più fonti e non ho mai pubblicato alcun articolo basato su notizie false”.

    Garcia Rey non rivela se sia in possesso o meno di altre prove o se abbia intenzione di pubblicare altri articoli. “A questa domanda, naturalmente, non posso rispondere”, ha detto. Il giornalista dice di aver appreso oggi dello scontro interno al M5S tra il fondatore Grillo e Alessandro Di Battista, un botta e risposta sul quale è poi piombata la grana venezuelana. “L’ho letto sulla stampa italiana. Non sono un esperto di politica italiana, a parte la mia cultura generale”, si è limitato a dire.

    Leggi anche: 1. Conte leader del M5S? È scontro tra il fondatore Beppe Grillo e “il ribelle” Alessandro Di Battista / 2. Il capo politico M5S Vito Crimi a TPI: “Serve un Netflix dei giornali. Sì a estendere finanziamento per quotidiani online”

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