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    Senza selfie e comizi, la Bestia di Salvini è in crisi: il leader leghista precipita sui social e nei sondaggi

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 25 Mag. 2020 alle 15:30

    La Bestia è in crisi: Salvini precipita sui social e nei sondaggi

    L’epidemia di Coronavirus ha fatto male alla Lega e il partito di Matteo Salvini continua a perdere consensi. Il Carroccio, infatti, rispetto alla rilevazione di due settimane fa, perde lo 0,3 per cento e dal 26,7 scende al 26,4 per cento. Ma a preoccupare Salvini non sono solo i dati degli ultimi sondaggi elettorali, quanto le rilevazioni rispetto al sentiment che la sua macchina social riesce a scatenare. La Bestia infatti ha perso notevolmente potere e non è più quell’incredibile macchina del consenso che fino a qualche mese fa trascinava milioni di follower.

    A dirlo è un sondaggio realizzato da Human, una piattaforma di web e social listening nata dalla collaborazione tra Osservatorio Social e Spin Factor. Secondo le rilevazioni di Human, il sentiment, cioè il valore che emerge analizzando i commenti sotto ogni post del capo leghista sta scendendo precipitosamente e da gennaio ad oggi è sotto di 8 punti. Sono valori preoccupanti specie se guardati alla luce dei dati precedenti e delle reali possibilità che ha ora la Bestia di Salvini di riprendersi.

    La macchina guidata dal guru dei social Luca Morisi si è sempre avvalsa delle uscite pubbliche del leader leghista, pronto a stare tra la gente e a dispensare selfie, baci e saluti. Tutto materiale che per i social è prezioso e altamente virale. Ma con il Covid tutto è cambiato e lo stesso Salvini lamenta lo stato delle cose: “Io ho bisogno di stare tra la gente e noi scendiamo nei sondaggi perché causa lockdown non ci sono potuto stare”.

    Per il leader leghista nei prossimi mesi ci sarà anche da affrontare le vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto e il supporto dei suoi sostenitori potrebbe essere fondamentale. Oggi in Senato si decide se dire di sì o di no ad affidare Salvini ai giudici per la vicenda della Open Arms, sempre legata agli sbarchi degli immigrati e con una grave accusa pendente per l’ex ministro: sequestro di persona. Ai piani alti del Carroccio, c’è chi dice: “Converrebbe che la Giunta dicesse di sì alla richiesta dei giudici, così imbastiamo una bella campagna sulla persecuzione contro Salvini, rafforzata dalle intercettazioni appena pubblicate in cui i magistrati dicono peste e corna di lui e sostengono che vada fermato in tutti i modi”. Ma a cambiare le carte in tavola potrebbe essere Giarrusso.

    L’ex senatore del Movimento 5 Stelle, che già aveva dato prova di dissenso con la sua precedente linea, votando la sfiducia per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, potrà confermare ancora di più il suo avvicinamento alle tesi del Carroccio, facendo da ago della bilancia nella giunta di questo pomeriggio. Al momento, infatti, è lui l’unico indeciso, se si considerano gli 11 voti di cui dispone la minoranza (con il voto di un senatore delle Autonomie, che si era comportato allo stesso modo anche nei casi precedenti relativi all’autorizzazione a procedere per Salvini) e gli 11 voti della maggioranza M5S-Pd-LeU e Italia Viva. Deciderà nel pomeriggio e potrebbe far partire sotto migliori auspici per la Lega questa votazione, considerando che il giudizio spetterà in ogni caso, nella giornata di martedì 26 maggio, all’aula di Palazzo Madama. A Salvini e Morisi non resta che cercare subito, sennò i sondaggi continuano a scendere, un tema forte da cavalcare per rilanciare la leadership del leader leghista.

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