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    La “trappola” di Berlusconi: convincere Meloni a entrare nel partito unico per farle perdere voti

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 16 Giu. 2021 alle 08:03 Aggiornato il 16 Giu. 2021 alle 08:37

    “Dentro Forza Italia c’è una forte spinta verso l’ipotesi di creare un partito del centrodestra italiano, che unisca le varie sigle della coalizione sul modello del partito laburista inglese o dei Repubblicani francesi”. Il Cav, vorrebbe andare oltre la federazione lanciata da Matteo Salvini e arrivare presto a un partito unico con dentro tutte le forze della coalizione: dalla Lega a Fratelli d’Italia.

    Berlusconi ha annunciato che presto farà conoscere un testo in cui ci saranno le basi della sua proposta. Ed è anche convinto che Giorgia Meloni debba essere della partita: “So che Meloni avrà qualche problema ad aderire, ma io ho il dovere di fare l’appello anche a lei”, ha annunciato Berlusconi.

    In più l’ex premier ha lanciato un vero e proprio manifesto politico, che ricorda molto da vicino quello della discesa in campo, in stile ’94. Un appello a tutti gli alleati per dar vita a un partito unico del centrodestra. In realtà dietro alla mossa del cavaliere c’è più prosa che poesia nonché i soliti sondaggi sempre molto amati da Berlusconi.

    Per farla breve il ragionamento che porta Silvione a voler “inglobare, sciogliere, diluire” nel progetto anche Giorgia Meloni è il seguente e parte proprio dagli ultimi numeri giunti sulla scrivania di Arcore, sondaggi considerati troppo bassi e deboli (a differenza di Salvini che invece li reputa buoni) per avviare solamente in due il partito unico: “O l’unione la facciamo anche con la Meloni altrimenti è meglio lasciar perdere. Se la lasciamo fuori gli apriremo delle praterie, crescerà ancora proprio a scapito dell’alleanza tra Fi e Lega”, questo il tenore dei ragionamenti che si fanno tra i fedelissimi di Berlusconi. Alleanza che dai sondaggi in mano al Cav stenta a decollare: galleggerebbe stancamente intorno al 25%.

    Insomma, non solo la somma tra Fi e Lega non farebbe il totale, ma ci si andrebbe anche a perdere. Numeri giudicati insufficienti per dare il via all’operazione. Ecco i due motivi che hanno spinto il Cav a fare l’appello che tanto somiglia ad un predellino “reload”: 1) se Fratelli d’Italia rimane fuori continuerà a crescere quindi è necessario diluire il partito della Meloni all’interno del partito unico. 2) i numeri dell’ipotetica federazione di centrodestra Fi-Lega sono molto al di sotto delle attese del Cav.

    Così Berlusconi ha tirato fuori a sorpresa la mossa del predellino. Mossa che, sia detto per inciso, non è stata concordata con Matteo Salvini tanto che da via Bellerio trapelava subito “sconcerto” per la fuga in avanti del Cav. Con una subordinata: e se poi la Meloni dicesse no all’invito di Berlusconi che si fa?

    “Beh allora sarebbe meglio lasciar perdere” si lascia scappare con nonchalance un dirigente molto vicino al Cav. Anche l’intesa con Salvini? “Sì, anche quella”. Vuoi vedere, che, si chiedono ora nella Lega, era proprio questo in realtà il vero obiettivo della “sparata” del Cav?

    Leggi anche: Perdere a Roma per scaricare la sconfitta sulla Meloni: il piano di Salvini per riprendersi il centrodestra

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