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    “Difficile che gli elettori di Raggi e Calenda scelgano il Pd: ecco perché la vittoria di Gualtieri non è scontata”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 6 Ott. 2021 alle 13:19 Aggiornato il 6 Ott. 2021 alle 14:38

    Ballottaggio Roma, il sondaggista Noto: “Non è scontato il successo del Pd”

    “Il successo del Pd al ballottaggio non è scontato”: a dirlo è il sondaggista Antonio Noto, il quale spiega perché una vittoria del candidato sindaco di Roma del centrosinistra, Roberto Gualtieri, che il 17 e 18 ottobre sfiderà Enrico Michetti, aspirante primo cittadino del centrodestra, per la conquista del Campidoglio, non è affatto certa.

    Intervistato da Il Tempo, Noto ha spiegato che anzitutto al secondo turno “va a votare poco più della metà di quelli che hanno votato al primo”.

    “Per intenderci – continua il sondaggista – non torneranno alle urne neanche quelli che hanno votato Gualtieri e Michetti. Perché i candidati al Consiglio, quelli che sono sicuri di restare fuori, di certo non si impegneranno nella campagna come hanno fatto al primo turno”.

    Insomma, secondo Noto, “anzitutto occorre mobilitare la maggior parte dei ‘propri’. Però, se è demotivato l’elettorato dei due ‘finalisti’, figuriamoci quello di Raggi e Calenda”.

    Antonio Noto, poi, prova ad analizzare quello che potrebbe accadere al ballottaggio. “L’elettorato della Raggi è più ‘libero’. Alle urne qualcuno potrebbe scegliere Michetti non tanto perché apprezza il candidato del centrodestra, ma più in funzione anti-Gualtieri”.

    Per quanto riguarda l’elettorato di Calenda, invece, secondo Noto per l’ex ministro hanno votato “metà di quelli che nel 2016 hanno scelto Marchini. Il resto arriva dall’area che si schierò con Giachetti. Il 40% di quel fronte non ha sostenuto Gualtieri”.

    Si tratta, quindi, perlopiù di un elettorato di sinistra che però “non è detto che ora ripieghi su Gualtieri”. “Io credo che sia in qualche modo assimilabile al blocco che sosteneva la Raggi nel 2016: si tratta di persone che hanno votato contro i partiti tradizionali. Non è facile che ora ci ripensino. Inoltre durante la campagna elettorale tra i tre -Raggi-Calenda-Gualtieri- ci sono stati scontri aspri, che potrebbero lasciare un segno”.

    Noto, che non scommetterebbe nemmeno un euro sul risultato del ballottaggio di Roma, parla anche della Lega, di cui si aspettava il tracollo, e del M5S a guida Conte.

    “Io credo che Conte debba porsi una domanda. Ovvero se è più forte alla guida del Movimento o con un suo partito personale”. Secondo il sondaggista, infatti, l’ex premier “funzionerebbe meglio con un suo partito. Anche perché nei sondaggi di popolarità tuttora è alle spalle di Draghi e Mattarella. Il Movimento ‘depotenzia’ tutto questo consenso.

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