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    Clamoroso, oggi sui giornali si parla di Conte! Peccato sia Antonio, l’altro è sempre oscurato da Salvini

    Giuseppe e Antonio Conte
    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 31 Mag. 2019 alle 11:05 Aggiornato il 31 Mag. 2019 alle 11:21

    Antonio Conte e Giuseppe Conte – Stamattina svegliandomi pensavo fosse un sogno: finalmente il premier Conte finisce in prima pagina su tutti i giornali, finalmente con tutta l’autorevolezza del proprio ruolo ha deciso di alzare la voce contro un ministro che l’ha sostituito nei fatti (ieri si è perfino concesso di accettare le dimissioni di Rixi come un presidente del consiglio qualsiasi); finalmente, mi sono detto, il premier Conte ha deciso di dire forte che così come il Decreto Sicurezza sia un enorme regalo alle mafie e al caporalato.

    Anche la sospensione per due anni del Codice sugli Appalti ha la stessa valenza di citofonare ai boss della mafia con un cesto natalizio e un inchino.

    Mi sono detto: vuoi vedere che gli è passata la voglia di essere un ologramma che funziona come ombra di Salvini e che viene tirato in mezzo solo come paciere nelle piccole risse di condominio? E invece niente, mi sbagliavo.

    Il Conte sui giornali è tutt’altro: non si tratta di Giuseppe bensì di Antonio, nuovo allenatore dell’Inter e che sta facendo molto discutere per il suo passato juventino.

    Il Conte premier, invece, rimane nascosto giocando a nascondino con le tende di velluto del suo ufficio e insiste nel fare il gioco delle tre scimmiette di fronte a un governo del Viminale in cui il vicepremier leghista detta le regole, fa e disfa, si impegna a innervosire gli alleati e a prendere per il culo gli oppositori e insiste sui condoni e sul taglio delle tasse ai ricchi come se fosse diventato presidente del mondo, con la sua solita retorica fasulla che lo vorrebbe forte mentre continua a prendere calci (anche dal suo amichetto Farage in Europa e perfino Orban).

    Ma dov’è finito il Conte, quello che non è allenatore? Quando deciderà di tirare la testa fuori dalla sabbia e dire una parola, una che sia una, contro questo sperpero di parole, calci ai comportamenti istituzionali, sputi sulle prassi e finalmente comincerà a lamentarsi?

    Sarebbe una notizia, mica una decisione ma un lamento almeno, almeno un lamento. E invece se poggiate l’orecchio sul governo sentite solo il brusio del capitano e i clic delle sue foto per i social, l’esultanza di Di Maio per essere stato confermato come largamente preannunciato e nient’altro.

    C’è un assordante silenzio lì dentro. E intanto fuori arrivano gli sculacci di Salvini che ne ha una per tutti, come un venditore con il banchetto della verdura al mercato che grida quanto siano buone le pesche, quanto siano succose e quanto siano in offerta.

    Pronto per fare tutto ciò che serve per stampare il sorriso a racchi e mafiosi e evasori con la stessa impunità di un bambinesco viziato. E Conte tace. Niente.

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