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    Amministrative, tracollo della Lega nelle grandi città: Salvini ora è all’angolo

    Il leader della Lega, Matteo Salvini, a Torino durante un incontro elettorale a sostegno al candidato a Sindaco Paolo Damilano, 29 settembre 2021. Credit: Ansa/Tino Romano
    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 5 Ott. 2021 alle 11:52 Aggiornato il 18 Ott. 2021 alle 10:13

    Amministrative, tracollo della Lega nelle grandi città: Salvini ora è all’angolo

    La Lega rimedia una sconfitta “sonora” alle elezioni amministrative, in cui oltre alle vittorie del centrosinistra nelle grandi città, ha dovuto fare i conti con l’avanzata di Fratelli d’Italia, pronta a togliere al partito guidato da Matteo Salvini la guida della coalizione di centrodestra.

    “Quando uno perde, perde”, ha detto ieri sera a Porta a porta Salvini, sempre più sotto assedio dentro e fuori via Bellerio. “ A Milano e Bologna abbiamo perso, se venissi a rivendicare i 50 sindaci della Lega in più facendo finta di niente farei una sciocchezza. Nelle grandi città abbiamo perso sonoramente”, ha aggiunto, dopo che si era limitato nelle ore successive alla chiusura delle urne solo a “un’autocritica” per la scarsa affluenza.

    L’ascesa vertiginosa che negli ultimi anni aveva portato la Lega a superare il 35% nei sondaggi, e Salvini a dirsi pronto ad assumere “pieni “poteri”, è ormai lontana.

    A Milano è scesa al 10,74%, tornando quasi ai livelli di cinque anni fa, quando Forza Italia aveva ancora il 20% e guidava il centrodestra. Rispetto al 27,4% delle europee del 2019, la Lega ha invece perso ben 17 punti percentuali nella città in cui ha la sua sede e deve adesso guardarsi le spalle da Fratelli d’Italia. In cinque anni, il partito guidato da Giorgia Meloni è riuscito a quadruplicare le proprie percentuali, passando dal 2,42% del 2016 al 9,76%, dopo il 5,16% delle europee del 2019.

    A Torino e a Bologna, FdI già ha sorpassato la Lega, mentre a Roma ha preso il triplo dei voti (17,43% e 5,93%). La Lega è alle spalle di Fratelli d’Italia anche a Trieste, Salerno e Caserta, mentre in Calabria è terza, dietro anche a Forza Italia.

    Un arretramento che sta mettendo ancora più pressione sulla leadership del Capitano, già messa alla prova nelle settimane precedenti al voto dalle tensioni con la cosiddetta ala “governista” del partito, guidata dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, e dallo scandalo che nella settimana prima del voto ha travolto Luca Morisi, tra i collaboratori più stretti del segretario leghista. I nodi sulla direzione futura del partito dovranno essere sciolti al congresso che si terrà l’anno prossimo, probabilmente ad aprile, quando Salvini potrebbe trovarsi ad affrontare altri candidati alla segreteria.

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