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    Il giorno più buio dell’America (di Giulio Gambino)

    Credit: Emanuele Fucecchi
    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 7 Gen. 2021 alle 00:08

    Alla fine non ha resistito: Donald Trump, che ha alimentato proteste e odio nei suoi 4 anni di presidenza, è l’artefice e istigatore delle scene incredibili che stiamo vedendo oggi 6 gennaio 2021 al Congresso Usa [cosa sta succedendo: la diretta].

    Capitol Hill è sotto assedio e in lockdown (ci resterà fino a domani). Sono stati avvertiti spari e c’è almeno un morto. La situazione è fuori controllo nel paese che da due secoli controlla il mondo. Lo spettacolo è deprimente per i cittadini statunitensi e per quelli del resto del pianeta, uno smacco senza precedenti nella storia degli Usa.

    Per la prima volta oggi la democrazia ha mostrato un segno di debolezza piegandosi al vento del populismo più becero, aizzato da un uomo che non conosce nemmeno più l’entità e la portata delle parole che i suoi sostenitori recepiscono quando parla. Lo dimostrano i fatti di giornata.

    È questo il primo tentativo di un simil-golpe negli Stati Uniti da 240 anni a questa parte. Il giorno più buio nella storia moderna Usa. Un colpo di stato da Trump più volte annunciato e minacciato, che giunge a 60 giorni dalle elezioni più bizzarre di sempre causa Covid e complice un avversario, Joe Biden, che non fosse stato per Trump avrebbe probabilmente perso contro chiunque altro.

    Oggi è il giorno della resa dei conti per The Donald, il quale non può più fare finta di niente giocando a nascondino nelle mura della Casa Bianca. Deve andarsene. Quello di stasera è l’ultimo atto, il più triste, il più desolante, per un presidente che ha sconvolto gli schemi di Washington infliggendo una brutta ferita al paese che ha governato.

    Tradito da molti e lasciato solo anche dal suo vice Mike Pence (che si è rifiutato di annullare la certificazione del voto legittimo), Trump non lo vuole più nessuno: il tycoon infatti non ha ancora fatto sapere dove andrà una volta lasciata la presidenza, visto che a Mar-a-Lago non lo vogliono; e nemmeno in Scozia, dove possiede alcuni campi di golf, paese che gli ha chiuso le frontiere.

    “Non ci arrenderemo mai. Non lo faremo mai”, ha ripetuto Trump questi giorni. Lo ringraziamo per il suo sforzo, ma tra 14 giorni dovrà lasciare la Casa Bianca a Joe Biden: abbiamo tutti bisogno di normalità.

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