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    La riforma della prescrizione è inutile. Riformate i processi, se siete capaci

    Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 28 Dic. 2019 alle 19:24 Aggiornato il 28 Dic. 2019 alle 19:25

    Il punto è semplice anche se sembra sfuggire: può capitare a tutti, davvero a tutti, può capitare a uno dei nostri figli o a uno dei nostri genitori o a qualcuno tra le persone a cui vogliamo bene di finire sotto processo per un motivo qualsiasi. La vita è piena di incidenti in cui incorrono anche le persone normalmente rette, con valori radicati e perfino quelli con un alto senso della giustizia. In tribunale non ci finiscono solo quelli che hanno architettato a lungo un reato per amore della violenza o per innato spessore criminale, no, in tribunale ci finiscono anche quelli che per una coincidenza di sfortunati eventi e che per qualche leggerezza si ritrovano sotto processo e a volte (giustamente) condannati per un reato colposo.

    La discriminante è tutta qui: c’è chi vede la giustizia come frusta per punire dei cattivi immaginari che attentano alla sicurezza nazionale (e che molto spesso non hanno nulla a che vedere con i colletti bianchi che gestiscono in modo molto elegante, perfino borghese, le criminalità) e c’è chi sa che quando si parla di giustizia si parla di doveri e di diritti di tutti.

    Si potrebbe partire da qui per parlare di prescrizione e di quel tarlo (molto giustizialista) che il tintinnar di manette di questi ultimi anni ha inoculato nei disperati che hanno sempre bisogno di trovare un colpevole qualsiasi per le loro disperazioni. Pensare alla cancellazione della prescrizione come strumento opportuno per punire i cattivi senza rendersi conto come il limitare i diritti alla fine intacca anche i diritti degli altri è tipico di quella visione parziale che parla alla pancia delle persone e che spesso viene utilizzata dagli agitatori di popolo travestiti da leader di partito.

    Ora, tanto per chiarirci: è giusto che qualcuno possa abusare della prescrizione per scappare dai processi? No, sicuro. Ma è giusto che qualcuno debba accettare di rimanere sotto processo per un decennio se non di più a causa delle mancanze del nostro sistema giudiziario? No, dai, davvero. Anzi, volendo essere più precisi: accettereste di rimanere sotto processo per vent’anni? No, sicuro.

    E allora ci si rende conto che la riforma della prescrizione per aggiustare la giustizia vale più o meno come usare un cerotto per coprire un burrone. Se davvero serve una riforma della giustizia allora ci si confronti su quella e si faccia politica sul serio: riformare i processi è ormai un’urgenza per la buona democrazia di questo Paese. Siete all’altezza? Altrimenti lasciate perdere, davvero.

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