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    Cari cattivisti, perdete tempo a sfottere Greta, ma vi siete accorti che il Monte Bianco si sta sciogliendo?

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 25 Set. 2019 alle 11:44 Aggiornato il 27 Set. 2019 alle 16:18

    Risulta difficile credere che le persone convinte di non avere limiti, ferocemente smodate nelle loro letture del mondo (Bolsonaro ieri che rivendica la proprietà privata della salubrità della foresta amazzonica nei confronti del mondo ne è un fulgido esempio) abbiano l’intelligenza e la misura di riconoscere i limiti del pianeta.

    Ci sono principalmente due modi di intendere il mondo (e la vita stessa): quelli che sono convinti di dovere preservare ciò che gli sta intorno per lasciarlo in ottimo stato ai propri figli e dall’altra parte quelli che sono convinti che tutto possa essere deturpato (e sottratto al futuro) per il benessere personale e immediato.

    Gli smodati li riconosci facilmente perché sono quelli che frugano nei cassonetti della cronaca per trovare le notizie che possano corroborare le loro tesi (e solo quelle) e sono gli stessi che stanno puntando il dito contro Greta Thunberg senza rendersi conto che la giovane attivista sta evidenziando i problemi e non sta proponendo soluzioni.

    Così nessuna voce si leva in queste ore di fronte alla notizia che sul Monte Bianco un ghiacciaio di 250mila metri cubi sia in pericolo crollo e che sul versante italiano le strutture tecniche della Regione Valle d’Aosta e della Fondazione Montagna sicura abbiano dovuto chiedere la chiusura di una strada comunale della Val Ferret.

    Una montagna che si scioglie, badate bene, è un fatto incontrovertibile. Un ghiacciaio che si sposta di 50 centimetri al giorno è qualcosa che esula dai poteri forti o dalle fake news o dai presunti complotti su cui si stanno sbizzarrendo gli smodati in queste ore: il Monte Bianco è solo l’ennesimo tassello di una trasformazione del pianeta che ormai è certificata da quasi tutta la comunità scientifica.

    La scomparsa dei ghiacciai in Italia (come nel resto del mondo) è una questione misurabile, tutta fatta di numeri, che sfugge al campo delle ipotesi: un Paese responsabile poserebbe la sterile e stupida polemica su Greta e si concentrerebbe sulle proposte e sulle possibili soluzioni, smettendola una volta per tutte di sviare il problema buttando la palla in tribuna per parlare d’altro.

    In fondo quella massa di ghiaccio che punta pericolosamente verso i centri abitati ci sta dicendo che sarebbe ora di alzare lo sguardo, alzare il dibattito e mettere di fronte alle proprie responsabilità coloro che discettano del ritmo dell’orchestrina mentre il Titanic sta affondando.

    Discutere delle persone non a niente a che vedere con il clima: si attendono risposte dai potenti della terra sulle foreste che bruciano e sui ghiacci che si sciolgono. Ah, a proposito: negarli ormai è così stupido che non vale come risposta.

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