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    5 domande a cui Matteo Renzi deve rispondere (a un giornalista)

    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 28 Feb. 2021 alle 00:15 Aggiornato il 28 Feb. 2021 alle 14:24

    Il senatore della Repubblica italiana Matteo Renzi aveva dichiarato che avrebbe chiarito il suo ruolo in merito alla consulenza a pagamento ricevuta dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita – in piena pandemia e crisi di governo – solo una volta terminata la crisi politica. Per quel che ci riguarda, il leader di Italia Viva, così come chiunque altro, avrebbe dovuto rispondere sin da principio a tutto, crisi o non crisi, visto che si tratta di una vicenda in evidente e palese conflitto d’interenzi. Ora il senatore si è deciso a parlare. Ma a una condizione: facendosi le domande e rispondendosi da solo, senza contraddittorio. Riteniamo che non abbia affatto chiarito la sua posizione. E per questo lo invitiamo a rispondere in maniera limpida a queste 5 semplici domande:

    1) Matteo Renzi, in veste di senatore della Repubblica, lei siede nella Commissione Difesa del Senato che si esprime anche sulle forniture di armi all’Arabia Saudita, sospese dal governo Conte (la struttura che si occupa delle autorizzazioni all’export è incardinata nella Farnesina, ma il Parlamento ha la possibilità di esprimere pareri sull’export quando viene redatta la relazione annuale sulla legge 185). Al contempo è pagato, proprio dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita, per una consulenza formalmente regolare poiché il Senato non ha ancora introdotto un codice di condotta che regolamenti e limiti le attività extraparlamentari dei senatori, prevenendone eventuali conflitti di interessi. Come possiamo essere certi che agisca in piena autonomia, e nei soli interessi italiani, quando verrà chiamato a occuparsi dei rapporti fra l’Italia e l’Arabia Saudita?

    2) Matteo Renzi, lei siede nel comitato dei garanti del Future Investment Initiative (Fii), anche nota come la ‘Davos del deserto’, una piattaforma di eventi organizzata a partire dal 2017 dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman per attrarre investimenti stranieri nel Golfo che ha come fine quello di promuovere gli interessi dell’Arabia Saudita. Il dialogo tra lei e il principe saudita è stato trasmesso in una video conferenza a cui hanno partecipato 150 relatori, tra cui David Solomon, Ceo di Goldman Sachs, Stephen Schwarzman, direttore del fondo di investimento Blackstone e Larry Fink, Ceo della società americana Blackrock. Per questo incarico, lei ha percepito denaro dal fondo sovrano saudita. Ma contemporaneamente percepisce uno stipendio anche dal Senato sotto forma di compenso retribuito con i soldi dei cittadini italiani che pagano le tasse. È opportuno che un senatore in carica, che deve perseguire gli interessi italiani poiché li rappresenta in Parlamento, percepisca soldi da un Paese straniero, e nella fattispecie da un fondo sovrano estero nemmeno fosse un privato cittadino in affari con quello Stato? Per cosa è stato pagato dall’Arabia Saudita, partecipare a una conferenza o per fare interessi di Riad in Italia? Ritiene opportuno percepire denaro di un Paese straniero da senatore per ciò che ha fatto?

    3) Matteo Renzi, lei ha coniato la locuzione “Nuovo Rinascimento Saudita”, riferendosi al periodo di rinascita e illuminismo che oggi coinvolgono l’Arabia Saudita. Ma nel Regno la situazione è ben diversa: ancora oggi avvengono soprusi nei confronti di civili e giornalisti, decapitazioni in piazza, attivisti frustati, totale mancanza di rispetto nei confronti delle donne, e i civili vengono bombardati in Yemen per mano di una coalizione araba sotto la guida dell’Arabia Saudita. È questa la culla del Rinascimento a cui lei fa riferimento, senatore Renzi? Come può ritenere ancora oggi “giusto e persino necessario”, intrattenere rapporti con l’Arabia Saudita, stato che calpesta i più basilari diritti umani e sociali? Come è conciliabile l’espressione “amico mio” pronunciata da lei durante l’intervista al principe saudita con le politiche di repressione dei diritti umani perpetrata dallo stesso? Come è possibile dire “vi invidiamo il costo del lavoro” quando in Arabia Saudita ci sono decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori vittime di schiavismo?

    4) In queste ore, sotto l’amministrazione Biden, è stato desecretato e diffuso il rapporto della Cia sull’omicidio del giornalista e scrittore saudita Jamal Khashoggi, ucciso il 2 ottobre del 2018 presso la sede del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul. Quel rapporto rivela che la sua cattura, ed il conseguente delitto, fu ordinato dallo stesso uomo che lei, senatore Renzi, ha incontrato lo scorso gennaio e che ha chiamato “Our Royal Higness”, ovvero il già citato principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, appunto. Dunque, Renzi, anche lei ritiene, come la Cia, che il principe Bin Salman sia il mandante dell’omicidio Khashoggi, sì o no? Se dovesse essere confermato che il principe è il mandante dell’omicidio Khashoggi come indicato dalla Cia, riterrebbe comunque necessario tenere rapporti con l’Arabia Saudita? Sarebbe comunque convinto che è in corso un rinascimento saudita?

    5) Infine, senatore Renzi, dovrebbe fare chiarezza su un ultimo punto e trarre le conclusioni in merito: qual è il suo ruolo oggi? Quello di senatore della Repubblica italiana e leader di un partito oppure un lobbista che persegue interessi personali e non quelli dell’Italia e degli italiani?

    Leggi anche: 1. Quella intervista esclusiva di Renzi a Renzi sul conflitto d’interenzi in Arabia Saudita (di Luca Telese); // 2. Omicidio Khashoggi, Renzi ribadisce che è “giusto avere rapporti con l’Arabia Saudita”; // 3. Omicidio Khashoggi, la fidanzata Hatice Cengiz a TPI: “Pensavo che l’Occidente si sarebbe battuto, invece ho trovato reticenza”; // 4. Conflitto d’interenzi (di Giulio Gambino) ;// 5. Se Renzi vivesse in Arabia Saudita (di Selvaggia Lucarelli)

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