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    È ora di commissariare la Sanità lombarda

    Lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 22 Mar. 2021 alle 12:48 Aggiornato il 22 Mar. 2021 alle 13:01

    Egregio ministro Speranza,
    qualche giorno fa, nel corso di una trasmissione televisiva, ho detto che al suo posto avrei commissariato la Sanità lombarda fin dalle prime settimane della crisi pandemica.

    Questo perché già all’inizio dello scorso anno era purtroppo apparso chiaro come la questione fosse sfuggita di mano. Dodici mesi dopo, i numerosi avvicendamenti a Palazzo Lombardia e gli scarsi risultati pratici confermano – a mio modesto parere – la necessità di un intervento straordinario dello Stato, perché la cronaca quotidiana ci fornisce un quadro di drammatico e perenne allarme.

    Avendo io stesso un’esperienza amministrativa (seppure con gradi di responsabilità enormemente inferiori al suo), so bene che criticare è facile, mentre molto più complesso è fare delle scelte sul campo. Anche per questo mi pare corretto offrirle l’occasione di spiegarci le sue ragioni.

    Come lei sa, non nutro ragioni di pregiudizio politico nei suoi confronti (anzi), ma le parlo da giornalista e soprattutto da cittadino lombardo che paga regolarmente le tasse e che quindi – oltre a non guardare con simpatia ai condoni – vorrebbe ricevere in cambio dei servizi adeguati.

    Per onestà intellettuale, sento quindi il dovere di usare nei suoi confronti la stessa oggettività critica con la quale per tutto lo scorso anno TPI e il sottoscritto hanno evidenziato gli enormi problemi della sanità lombarda, il cui tanto decantato “modello” ha clamorosamente fallito. La nostra battaglia è stata da alcuni bollata come “ideologica”, ma in realtà ha sempre avuto un solo scopo: raccontare la realtà nel modo più esaustivo possibile, come nostro dovere professionale, e magari evidenziare quelle carenze che sono già costate troppe vite e troppi posti di lavoro.

    Molto più importante che rispondere a me è dare riscontro a quella richiesta di commissariamento della sanità lombarda, che – lanciata da Milano 2030 – è ormai alla soglia delle 100.000 adesioni nonché alle analoghe iniziative che, nonostante la difficoltà di riunirsi fisicamente, si svolgono anche online grazie all’encomiabile perseveranza di chi le propone. Un’altra petizione appena lanciata su Change.org chiede un commissariamento specifico sui vaccini.

    Peraltro la necessità impellente del commissariamento non è un’opinione solo mia, ma un’istanza che viene confermata da tanti addetti ai lavori, i quali sono sconfortati di fronte ai continui “inciampi” che vanno dalle strutture territoriali alla somministrazione dei vaccini, passando per una serie di scaricabarile davvero imbarazzanti e un’ampia collezione di gaffe individuali, che ormai accogliamo come surreali note a margine.

    La sensazione che ci accomuna è che non si possa arginare il diluvio universale con un bicchiere di carta: bisogna completamente smantellare il sistema e ricostruirlo ex novo.

    Lei a questo percorso ha già dato un contributo importante bocciando la Legge 23, approvata dalla Regione Lombardia ai tempi di Maroni, ma sul tema del commissariamento non ha ritenuto di procedere. E, me lo faccia ribadire, non ne ha nemmeno spiegato il perché.

    Proprio perché non sono animato dal desiderio di una scorciatoia politica, se il mio (e nostro) giudizio è troppo severo, sarei davvero felice di ricredermi. E allora le chiedo: il commissariamento della sanità lombarda non viene fatto perché non serve? Oppure per motivazioni politiche?

    Vede, proprio perché non avrebbe senso fare i finti tonti o le verginelle della politica, capisco benissimo la difficoltà di adottare una scelta del genere da parte di un Governo che è sostenuto anche da Lega e Forza Italia. Ma allo stesso modo lei deve capire che questo genere di motivazioni non potrebbe mai essere accettato da chi a causa del Covid-19 ha perso un parente, un amico, parte dei propri introiti o – penso soprattutto ai giovani abbandonati al loro destino – un periodo di vita sociale che nessuno potrà mai restituire.

    Da lombardo, le assicuro che la necessità di un riscontro da parte del Governo nazionale è davvero urgentissima. Spero davvero che lei voglia cogliere l’occasione offertaci da TPI, che in quanto giornale libero e indipendente è sempre aperto alle opinioni di tutti.

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