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Un vicesindaco leghista ha gettato nel cassonetto le coperte di un senzatetto

L'uomo, travolto dalla bufera sui social, ha poi spiegato il suo gesto

Di Rossella Melchionna
Pubblicato il 5 Gen. 2019 alle 11:41 Aggiornato il 5 Gen. 2019 alle 12:10

Fa discutere il gesto compiuto dal leghista Paolo Polidori, vicesindaco di Trieste. L’uomo, infatti, ha gettato nella spazzatura i panni usati da un senzatetto, probabilmente di origini romene, che si sposta continuamente in città. “Sono passato in via Carducci, ho visto un ammasso di stracci buttati a terra… coperte, giacche, un piumino e altro – ha scritto Polidori in un post su Facebook, poi rimosso – Non c’era nessuno, quindi presumo fossero abbandonati. Da normale cittadino che ha a cuore il decoro della sua città, li ho raccolti e li ho buttati, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto: ora il posto è decente. Durerà? Vedremo! Il segnale è: tolleranza zero! Trieste la voglio pulita!”.

Il leghista ha poi aggiunto: “Sono andato subito a lavarmi le mani. E adesso si scatenino pure i benpensanti, non me ne frega nulla!”.

Sui social, dove il leghista è già molto noto, subito è scoppiata la polemica: gli indumenti, seppur malridotti, avrebbero riparato l’uomo senza fissa dimora dal freddo. Ma il leghista in un primo momento non si è lasciato travolgere dalla bufera anche perché, nell’agosto 2018, ha sgomberato di notte una decina di migranti che si trovava sulle Rive da diversi giorni. L’episodio è stato ripreso con un cellulare e addirittura trasmesso in diretta sul web.

Il vicesindaco di Trieste, però, ha poi spiegato la sua azione all’agenzia Dire. “Se c’è la persona lì, ovviamente non vado a portarle via le cose”. E sul senzatetto ha anche detto: “È un uomo già attenzionato dai servizi sociali più volte, e più volte ha rifiutato di essere messo in una struttura protetta dove io mi ero mosso per farlo andare”.

“Nessuno va oggi a Trieste, se non volontariamente, a dormire sotto le stelle senza un pasto caldo e senza potersi lavare”, ha commentato il leghista. “Quindi ripeto: la possibilità di essere accolto c’è, non si può tollerare che le persone possano dormire così in strada. Non si può accettare una condizione di degrado così a Trieste, né in un caso o in dieci o in cento, se non vogliamo avere un accampamento a cielo aperto nella nostra città. Questo è una condizione che io combatto, sempre nei limiti della solidarietà, dell’umanità e del soccorso”.

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