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Tav: il Governo “salvato” da una norma di diritto francese

I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Credit: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La soluzione di compromesso trovata da Lega e M5S è un escamotage giuridico: ok non ai bandi ma agli "avis de marchés" previsti dal codice degli appalti francese

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 10 Mar. 2019 alle 13:17

Il rischio di una crisi di governo sulla Tav sembra superato. Lega e M5S hanno trovato la soluzione di compromesso che, almeno per il momento, accontenta tutti: no all’avvio dei bandi, ma sì alla pubblicazione degli avvisi con clausole di dissolvenza.

Il punto di mediazione è un escamotage giuridico basato sul diritto privato francese. Il nuovo codice degli appalti transalpino, infatti, consente di dichiarare ‘senza seguito’ una procedura di gara già pubblicata, ma per cui nel frattempo siano venute meno le volontà politiche di procedere.

In sostanza, per ora ci si limita a informare le aziende della possibilità di candidarsi con degli “avis de marchés” (inviti a presentare candidatura), ma solo fra sei mesi si procederà eventualmente con la pubblicazione dei capitolati d’appalto. E in caso di dietrofront i bandi decadranno senza oneri per la stazione appaltante.

In questo modo, l’Italia non rinuncia i fondi previsti dall’Unione europea, la Lega è soddisfatta perché si procede effettivamente con l’iter e il M5S incassa come una vittoria il fatto che non vengono impegnati fondi italiani. La partita è rinviata.

“Noi dobbiamo assicurarci i fondi europei e poi sederci con Francia e Unione Europea per ridiscutere la questione del finanziamento della Tav”, ha spiegato il sottosegtetario leghista alle Infrastrutture, Armando Siri.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo avere scritto alla società Telt, ha informato anche il presidente francese, Emmanuel Macron, e il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, del “supplemento di riflessione” richiesto dall’Italia per condividere dubbi e criticità sulla Tav Torino-Lione.

Fonti di Palazzo Chigi hanno riferito che Conte avrà “quanto prima” incontri con Macron e Juncker in occasione del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo. Il premier ha ammesso che si tratta di un processo “complicato” ma si è detto “fiducioso di portarlo a buon fine”.

Conte si è detto anche “molto soddisfatto” della risposta di Telt, che a suo dire “conferma come si possano avviare le dichiarazioni di interesse senza far partire i bandi di gara per alcuni mesi, senza il rischio di penali o di altri oneri per lo Stato e senza perdere i gli eventuali finanziamenti europei che servirebbero solo se l’opera andasse avanti”.

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