Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Tav: il governo non trova l’accordo dopo un vertice notturno di 5 ore a palazzo Chigi

Di Laura Melissari
Pubblicato il 7 Mar. 2019 alle 08:17 Aggiornato il 7 Mar. 2019 alle 18:45

Il governo, riunito a Palazzo Chigi per un vertice di oltre 5 ore, non trova alcun accordo sui bandi di gara per la Tav. Durante il vertice, che si è concluso alle 2 di notte l’unico accordo preso è quello sul confronto con la Francia: sarà chiesto un incontro bilaterale per verificare i criteri di finanziamento della linea ad alta velocità Torino Lione.

A riferirlo sono fonti leghiste al termine dell’incontro a cui hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, oltre ai tecnici che seguono il dossier Tav e che si sono occupati dell’analisi costi-benefici.

Intanto l’Unione europea ha pronta una lettera per l’Italia. Nella lettera verrà ribadito che un eventuale No alla Tav comporterà la violazione di due regolamenti Ue e la perdita di 800 milioni di fondi che l’Europa aveva stanziato per l’opera.

Come era già noto, vi è una spaccatura all’interno della maggioranza: Salvini spinge per il Sì, Di Maio al contrario, preme per abbandonare il progetto, in linea con la posizione No Tav che ha sempre avuto il Movimento 5 Stelle.

“I tecnici mi confermano che costa di più non farla che farla”, aveva detto il leader della Lega iniziando il vertice di governo.

Un eventuale No all’opera deve arrivare prima che partano i bandi di gara, altrimenti poi non sarà possibile fermare la Tav, se non con un accordo bilaterale tra Francia e Italia.

“L’irruenza salviniana sul tema potrebbe segnare la caduta di questo governo. Nell’unico interesse del popolo italiano, non resta che appellarmi al buon senso di tutti e di questo governo al quale non ci sarebbe alternativa se non le devastanti ammucchiate dei soliti noti”, ha detto Alberto Airola, senatore piemontese M5s.

La Tav rientra tra le opere indicate nel regolamento Ue 1315 del 2013, che raccoglie i Ten-T, le grandi reti dei trasporti. Il regolamento impone il completamento dell’opera entro il 2030.

L’altro regolamento è il 1316 del 2013, che prevede la Connecting europe facility, cioè una serie di imponenti finanziamenti per le grandi opere. Ue, Italia e Francia avevano firmato un accordo per un finanziamento di 813 milioni complessivi. Se i bandi di gara non saranno lanciati entro fine mese, 300 di quegli 813 milioni saranno persi. E anche la restante quota avrà la stessa sorte, se il progetto verrà bloccato.

Intanto, il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, con il supporto di altri sindaci della Val di Susa, ha lanciato un progetto alternativo: rifare il traforo ferroviario del Frejus di 15 chilometri, al posto del tunnel di 57,5 chilometri previsto dal progetto Tav. Il progetto è stato consegnato al governo, e si è già attirato le critiche di molti tra cui il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino che l’ha definita “l’ennesima carnevalata” del governo Conte-Salvini-Di Maio.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version