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Salute, disoccupazione e immigrazione: l’Italia è la nazione con la percezione più distorta della realtà

Credit: Britta Pedersen/ AFP

Dopo di noi ci sono Stati Uniti e Francia

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 24 Set. 2018 alle 09:53 Aggiornato il 24 Set. 2018 alle 10:58

La nazione che più distorce i fatti è l’Italia. È quanto emerge da uno studio condotto da Bobby Duffy, il direttore della sezione inglese dell’istituto di ricerca Ipsos. sondaggi percezione italia

Dal tasso di disoccupazione al numero di omicidi, fino all’incidenza del diabete e dell’immigrazione: gli italiani hanno una percezione distorta della realtà che li circonda. Nella classifica ci seguono gli Stati Uniti e la Francia.

La ricerca ha preso in analisi un campione di oltre 50 mila interviste realizzate negli ultimi cinque anni in 13 Stati.

Un’analisi che serve a comprendere l’era in cui viviamo, dove tutto è alterato nella nostra percezione: “Ci sbagliamo quasi su tutto” scrive l’esperto.

“I risultati della ricerca rendono l’idea della gravità di almeno due piaghe della nostra società ben note e quanto mai allarmanti”, ha commentato Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia.

“Da un lato il livello d’istruzione troppo basso, con quel 16,3 per cento di laureati sulla forza lavoro che continua a condannarci al fondo del ranking Ue; dall’altro la moderna dieta mediatica in cui primeggia, accanto alla Tv, l’informazione “fai-da-te” su Internet e sui social media”.

Gli Usa sono al secondo posto nella classifica dei Paesi che sanno meno di sé: gli americani per esempio sono convinti che il 17 per cento della loro popolazione sia di religione musulmana, quando in realtà i seguaci dell’Islam sono solo l’1 per cento.

Gli olandesi pensano invece che il 50 per cento dei carcerati siano stranieri, ma la percentuale esatta è il 19 per cento.

Gli svedesi infine credono che il tasso di disoccupazione sia più alto del 200 per cento di quanto non sia in realtà.

Dati: Ipsos

Viviamo nell’era della dispersione, dove l’informazione è frammentata e fruita principalmente sui social. Gli utenti privilegiano e condividono le notizie che confermano le loro idee.

I fatti sono mescolati e rimpastati dentro il pentolone delle opinioni e delle fake news. E la politica cavalca quest’onda.

“Non è un caso che a guidare la classifica della distorsione percettiva siano Italia e Stati Uniti: due Paesi in cui è in atto il cambiamento più profondo nel rapporto tra elettori ed eletti, con questi ultimi ad inseguire l’opinione pubblica e a cavalcarne le paure”, osserva Pagnoncelli.

Come uscirne? Pagnoncelli risponde: “Abbiamo bisogno di tempi lunghi, ma l’unica ricetta è quella di un’assunzione di responsabilità da parte di tutti e tre i soggetti chiave della società: le istituzioni, il mondo dell’informazione e i cittadini stessi”.

Il direttore della sezione inglese dell’istituto di ricerca Ipsos Bobby Duffy, autore dello studio, a fine settembre diventerà anche il direttore del Policy Institute del King’s College di Londra, ha raccolto l’analisi nel libro “The Perils of Perception“.

L’Italia è anche il paese dell’Unione europea in cui c’è il maggiore il divario tra gli immigrati “percepiti” e quelli realmente presenti sul territorio nazionale.

A rivelarlo è un altro studio realizzato dall’Istituto Cattaneo Immigrazione in Italia: tra realtà e percezione, che ha preso in esame i dati dell’Eurobarometro sulla presenza di immigrati negli stati dell’Ue.

Secondo quanto emerge dalla ricerca, il 73 per cento dei cittadini italiani sovrastima la presenza di immigrati nel paese.

Alla domanda: “Per quanto ne sa lei, qual è la percentuale di immigrati rispetto alla popolazione complessiva in Italia?”, l’errore di valutazione degli italiani raggiunge una percentuale del 17 per cento.

A fronte di un 7 per cento di immigrati presenti nel paese, infatti, gli italiani ritengono che si tratti del 25 per cento della popolazione complessiva.

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