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Roma, autista Atac finisce il turno e torna a casa col bus: “Avevo fretta”

Di Daniele Nalbone
Pubblicato il 24 Feb. 2019 alle 17:51

Ha finito il turno. Ma invece di rientrare in deposito si è diretto verso casa e ha parcheggiato il bus sotto la propria abitazione.

Protagonista dell’assurda azione un autista dell’Atac, immediatamente sospeso e finito nel mirino della sindaca di Roma, Virginia Raggi, che ha parlato di “gesto inaccettabile, che costituisce un’offesa e un affronto ai cittadini e ai tanti suoi colleghi che svolgono correttamente il loro lavoro”.

“I lavoratori delle nostre aziende che non rispettano le regole vengono individuati e sanzionati”, denuncia la sindaca Raggi su Facebook. “Un autista dell’Atac, dopo aver guidato il bus oltre i limiti di velocità, ha parcheggiato la vettura sotto la propria abitazione invece di lasciarla presso il deposito”.

Un gesto inspiegabile, anche perché, come ha ricordato la stessa sindaca, “ormai tutti i nostri bus sono tracciati h24 con il Gps”.

L’azienda è così intervenuta immediatamente, sospendendo l’autista che ora dovrà rispondere delle proprie azioni davanti alla commissione disciplinare.

A 24 ore di distanza, l’autista ha cercato di motivare così il proprio comportamento: “Avevo fretta, dovevo rientrare subito a casa perché avevo dei problemi. Perdonatemi, è stato un momento di pazzia”, ha spiegato a Il Messaggero.

Quindi ha anche precisato di essere un lavoratore modello: “In trent’anni di servizio non ho mai creato problemi”.

Ma a peggiorare la situazione, il fatto che le rilevazioni tramite il sistema di bordo hanno registrato la velocità, “ben oltre i limiti”, con la quale sono stati percorsi i chilometri che separavano l’ultimo capolinea con la sua abitazione.

A fine turno, infatti, invece di lasciare il bus nel deposito di Magliana, lo ha parcheggiato sotto casa, in una piazza del quartiere Monteverde.

A incastrarlo, secondo il racconto de Il Messaggero, le telecamere del deposito che, nonostante il cappuccio nero della felpa ben indossato, hanno immortalato l’uomo in viso.

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