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    Caso Regeni, pm Zucca: “Anche in Italia torturatori ai vertici della polizia”

    Durante un dibattito sulla difesa dei diritti internazionali organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Genova, il pm Enrico Zucca e i genitori di Giulio Regeni sono tornati a parlare del caso

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 21 Mar. 2018 alle 09:35 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:59

    “Ho fiducia nella legge, negli avvocati bravi e nella stampa buona, e abbiamo tanta solidarietà dai social, però ci aspettavamo di più da chi ci governa. Dal 14 agosto, quando il premier Gentiloni ci ha annunciato che l’ambasciatore tornava in Egitto, siamo stati abbandonati”, questo è l’intervento di Paola Deffendi, madre del ricercatore Giulio Regeni morto al Cairo nel 2016, durante un dibattito sulla difesa dei diritti internazionali organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Genova.

    Secondo i genitori del ragazzo trovato morto in Egitto il 3 febbraio di due anni fa, dal giorno dell’insediamento del nuovo ambasciatore Giampaolo Cantini, il 14 settembre 2017, non si sono fatti i dovuti passi avanti nelle indagini per scoprire la verità sulla morte del ricercatore friulano. TPI ne aveva parlato in questo articolo dove si evidenziava come i rapporti tra Italia ed Egitto sembravano non aver mai sofferto dell'”incidente Regeni”. 

    Leggi anche: SPECIALE: Dentro l’affaire Giulio Regeni, la verità mancata

    I genitori si sono comunque detti “decisi ad andare avanti anche a piccoli passi”, come ha spiegato il padre Claudio: “Combattiamo per Giulio, ma anche per tutti quelli che possono trovarsi in situazioni simili a quelle che lui ha vissuto”, ha sottolineato.

    Nella stessa giornata, hanno fatto discutere anche le esternazioni del pm Enrico Zucca, ora sostituto procuratore presso la corte d’Appello e tra i magistrati del processo Diaz, che ha accostato i fatti del G8 2001 di Genova alla vicenda Regeni: “Chi coprì i torturatori è ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro?”

    E ha aggiunto: “L’11 settembre 2001 e il G8 hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper fare per vicende meno drammatiche”.

    Il ministero della Giustizia acquisirà gli atti relativi alle dichiarazioni del sostituto procuratore Zucca al dibattito sulla morte di Regeni.

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