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    Raid americano in Afghanistan: uccisi per errore 9 agenti della polizia afghana

    Credit: Getty Images

    L'incidente è avvenuto nella provincia di Logar, nell'est del paese: tra le vittime ci sono anche 30 talebani

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 7 Ago. 2018 alle 19:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:43

    La polizia della provincia di Logar, nell’est dell’Afghanistan, ha reso noto che 9 agenti della polizia afghana e 30 talebani sono stati uccisi in un raid compiuto dalle forze aree americane.

    “Confermiamo che 9 membri della polizia sono morti nel bombardamento compiuto dagli Stati Uniti”, ha dichiarato il portavoce della polizia provinciale, Shapoor Ahmadzai.

    Secondo quanto spiegato da Ahmadzai, il raid è stato effettuato per errore su un posto delle forze di sicurezza afghane.

    Il portavoce ha anche dichiarato che la polizia sta indagando sulla presenza di vittime civili.

    Per il momento, l’esercito americano si è limitato a confermare il raid, ma non ha fornito ulteriori dettagli sulle vittime.

    Nella notte, centinaia di ribelli avevano lanciato attacchi coordinati contro i checkpoint delle forze di sicurezza afgane nel distretto di Azra, nella provincia di Logar.

    Durante gli scontri, la polizia aveva richiesto il supporto aereo delle truppe statunitensi, “ma sfortunatamente le forze Usa hanno colpito anche le postazioni afghane”, ha riferito il portavoce del ministro dell’Interno.

    In Afghanistan continuano a susseguirsi numerosi attentati ai danni principalmente della popolazione civile.

    Il 3 agosto un attentato suicida vicino a una moschea sciita ha ucciso almeno 25 persone durante le preghiere del venerdì nella zona orientale dell’Afghanistan.

    Il 31 luglio le forze di sicurezza afghane si sono scontrate con due uomini armati che hanno preso d’assalto un edificio governativo nella città di Jalalabad, in Afghanistan.

    Dieci persone sono state prese in ostaggio durante l’assalto, durato 6 ore e conclusosi con la morte degli assalitori.

    L’assedio al quartier generale del Dipartimento per i rifugiati e i rimpatri è iniziato dopo che un attentatore suicida si è fatto esplodere all’ingresso dell’edificio.

    Nella stessa giornata, almeno undici persone sono morte e altre 31 sono rimaste ferite in un attentato avvenuto all’alba a Kabul, capitale dell’Afghanistan.

    Un bus era esploso su una mina e tra le vittime si sono registrate anche donne e bambini.

    Muhibullah Muhib, portavoce della polizia della provincia di Farah, ha detto che “c’era una mina piazzata dai Taliban e per attaccare le forze di sicurezza, ma è stata toccata da un autobus passeggeri”.

    L’esplosione è avvenuta intorno alle 4.30 ora locale (le 2 di notte in Italia).

    Il 26 luglio, invece, almeno 5 persone sono morte e altre 6 sono rimaste ferite in un attentato suicida che nella prima mattina ha colpito un convoglio di agenti dell’intelligence dell’Afghanistan, nella parte ovest di Kabul.

    Quattro delle vittime erano membri della Direzione nazionale della sicurezza, il servizio di intelligence afghano. Due dei morti e alcuni dei feriti sono civili.

    Secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite, il numero di civili morti nel conflitto che ancora sconvolge l’Afghanistan ha raggiunto un livello record nei primi sei mesi del 2018.

    Da gennaio sono stati registrati 1.692 morti nel paese, molti dei quali causati da attacchi militari e suicidi.

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