Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

“Pulsantone Io No”: i “dissidenti felici” che si oppongono al governo sul web

Pulsantone Io No

"Abbiamo a cuore la democrazia e la società democratica, e guardiamo con sgomento il clima sociale e politico degli ultimi mesi", per questo un gruppo di cittadini si è unito e ha creato il progetto

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 31 Gen. 2019 alle 18:01

Spopola sul web il “Pulsantone Io No”. Anche se all’apparenza sembra un giochino come tanti, cela invece una vera forma di protesta organizzata e serve a contare i “dissidenti felici”, come si legge.

Andando sul sito, davanti agli occhi ci si parerà una schermata bianca e la scritta: “Da quando questo governo è nato, non c’è giorno che Di Maio non parli a nome “del popolo”, mentre Salvini ci tiene spesso a far sapere che sono dalla sua parte 60 milioni di italiani, pur avendo preso in realtà meno di cinque milioni e 700 mila voti. davvero tutti gli italiani appoggiano questo governo?”.

A questo punto, se si è d’accordo con quanto scritto (e in disaccordo con questo governo) si potrà spingere il pulsantone rosso “IO NO”. Appena fatto, il sistema suggerirà di contarsi: “Al momento, siamo 430.879 dissidenti felici. Uniti, siamo di più. Dissidenti e felici di esserlo!”, si legge ancora.

Continuando a scorrere la pagina, si potrà accedere al manifesto di protesta. “Se dire ‘Io no’ non ti basta, leggi e aderisci al nostro appello”. “Unione democratica per fermare il regime antisociale”, c’è scritto sotto, “Siamo di più e saremo uniti. Viva la società plurale e democratica”.

Chi c’è dietro

Ma chi c’è dietro questa trovata? “Siamo persone comuni, abitanti di questo Paese, diversi fra noi per storia e idee politiche”, si legge nella voce Chi siamo. “Abbiamo a cuore la democrazia e la società democratica, e guardiamo con sgomento il clima sociale e politico della Penisola degli ultimi mesi: un clima di divisione, odio e disumanizzazione, fomentato dalle realtà di Governo e loro alleati più o meno dichiarati”, spiegano ancora.

Sempre sul sito si legge che quello che si chiede è di dare vita a un “tavolo di lavoro per una Unione democratica alle realtà politiche, diverse fra loro e persino rivali”, disposte però a osservare tre principi generali fondamentali.

Leggi anche: Salvinification: “Gira la ruota e scopri quale divisa indosserà il vicepremier per salvare il paese”

Il primo principio è quello “a difesa della dignità umana e di tutti i diritti che la affermano e la salvaguardano, contro ogni forma di razzismo e discriminazione. No a qualsiasi legge o regolamento sull’immigrazione che neghi o ignori la salvaguardia della dignità e della vita di chi giunge in Europa”. “A difesa della società democratica e di tutti i suoi criteri e valori espressi nella Costituzione”, è il secondo principio, mentre il terzo è “a difesa dell’Unione Europea e della piena e totale permanenza dell’Italia nell’Unione Europea, il miglior progetto democratico – sempre migliorabile e riformabile, ma irrinunciabile – di cui disponiamo in questa epoca storica”.

Società lacerata

L’appello arriva, dunque, per cambiare rotta. “Vogliono disintegrare la società democratica”, si legge. “In Italia dal risultato elettorale del 04.03.2018 è scaturito un percorso di costruzione di un regime di odio, conflitto e divisione permanente in seno alle istituzioni e alla società democratica. Lo chiamiamo regime antisociale, perché mina a distruggere alcuni pilastri fondamentali della società democratica: la fiducia reciproca, il rispetto della dignità umana, la ricerca e il riconoscimento della verità”, spiegano ancora.

“La società italiana è lacerata come non mai. Non c’è giorno che la propaganda di questo nuovo regime non punti ad alimentare accuse, sospetti, odio verso determinati bersagli. Gli esseri umani sono diventati pretesti: dagli show mediatici fino ai provvedimenti esecutivi, osserviamo come nessun rispetto è stato usato né nei confronti dei morti di Genova, né nei confronti di profughi e immigrati, per fare solo due esempi dei vari possibili”, continuano.

Poi il suggerimento: che cosa si può fare? “Unire in un percorso comune tutti i democratici e chi ha a cuore la libertà, compreso persone che magari in altre situazioni sarebbero avversarie. Mostrare generosità, serietà e responsabilità per contrastare il regime antisociale incarnato da forze di governo e loro alleati più o meno occulti”.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version