Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Il nuovo progetto di Just Eat contro gli sprechi alimentari

Redistribuire le eccedenze alimentari a chi ne ha bisogno è la mission dell'iniziativa che comincerà a gennaio a Milano e destinata a funzionare su scala nazionale

Di TPI
Pubblicato il 23 Dic. 2016 alle 17:04

Lo scorso 14 settembre è entrata in vigore la legge sugli sprechi alimentari con l’obiettivo di ridurre gli sprechi nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione dei prodotti.

La donazione gratuita di eccedenze alimentari viene consentita anche oltre il temine minimo di conservazione, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio e idonee condizioni di conservazione. Sia i donatori che i riceventi, ovvero Onlus, le mense o altre organizzazioni solidali che distribuiscono i beni, devono garantire che i prodotti siano conservati, trasportati e consegnati in buono stato. 

Ristorante solidale è un progetto che nasce su impulso di tale norma e per volontà di una delle principali piattaforme di food delivery in Italia, Just Eat. 

Redistribuire le eccedenze alimentari a chi ne ha bisogno è la mission del progetto impostato su scala nazionale e che si avvale del supporto del comune di Milano – città pilota dell’iniziativa – della Caritas Ambrosiana e dei Pony Zero, che si occuperanno delle consegne e dei ritiri di cibo lungo tutta la rete dei ristoranti aderenti per poi consegnarli ai punti raccolta identificati con la Caritas.

Sul capoluogo meneghino hanno già aderito una dozzina di ristoranti ma l’obiettivo è quello di estendere il progetto a Roma e a molte altre città italiane grazie al supporto dei ristoranti partner che vorranno contribuire e iscriversi. 

I ristoranti aderenti seguiranno un calendario di appuntamenti e prepareranno, di volta in volta, le eccedenze alimentari comprendenti materie prime non lavorate, prodotti freschi, pane, prodotti integri non utilizzati, pronti per essere ritirati e consegnati in luoghi come il Refettorio ambrosiano.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version