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Il patto Grillo-Di Maio-Casaleggio per far rinascere il Movimento Cinque Stelle

Di Laura Melissari
Pubblicato il 21 Feb. 2019 alle 17:33 Aggiornato il 21 Feb. 2019 alle 17:34

Grillo, Di Maio e Casaleggio stanno cercando di riorganizzare il movimento per essere più competitivi alle prossime elezioni amministrative.

L’accordo è stato raggiunto in un vertice all’hotel Forum di Roma. Era molto tempo che il capo politico dei 5Stelle, il suo Garante e il fondatore della piattaforma Rousseau non si incontravano.

“Concordiamo tutti che serva un’organizzazione del M5S sia a livello nazionale che territoriale per essere più competitivi alle amministrative”, ha detto Di Maio al termine dell’incontro.

E a chi gli chiedeva conto di “bisticci interni”, Grillo ha categoricamente smentito.

Il Movimento Cinque Stelle, reduce dalla sonora sconfitta in Abruzzo e in vista di un’altra sconfitta alle regionali in Sardegna di domenica prossima, si prepara alle prossime amministrative della primavera.

Sul Movimento Cinque Stelle grava la votazione sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Diciotti, che ha spaccato quasi a metà la base del movimento.

Nella nuova organizzazione rientra la deroga alla regola del limite del doppio mandato per gli eletti che intanto fa storcere il naso a molti puristi della prima ora.

Nelle ultime settimane Grillo aveva fatto discutere con le sue affermazioni di dissenso nei confronti del Movimento Cinque Stelle.

Ieri il garante aveva detto: “Di Maio ha solo 32 anni ci vuole un pò di pazienza”, ma, ha replicato oggi, “Non c’è mai stato un bisticcio”.

In merito al quesito sottoposto alla base dei Cinque Stelle Grillo aveva detto sarcastico: “Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”.

E qualche giorno prima, a una folla di contestatori no vax aveva detto: “Non ho tradito io. Io non sono più il capo politico di un partito!”: “Ca**o, non venire a menarmela a me, su! Con tutto quello che ho fatto io per questo ca**o di Paese! Non ho nessuna carica io. Andate sotto al Ministero!”. 

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