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Il Parlamento siciliano costa mille euro al minuto

La denuncia è partita da un dossier presentato dai 5 Stelle

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 27 Feb. 2019 alle 10:23

Mille euro al minuto: questo il costo delle attività del Parlamento della Regione Sicilia, secondo quanto emerso da un dossier del gruppo M5s sull’attività dell’Ars.

Il documento, che si riferisce al 2018, ha analizzato le ore lavorate in aula (246, più 33 minuti) rapportandole ai 15 milioni di euro pagati per le indennità dei parlamentari.

I deputati siciliani hanno lavorato 7,52 giorni al mese, per un totale di 87 giorni in un anno: il mese peggiore è stato quello di maggio, quando le ore di lavoro sono state appena 4 ore e 34 minuti.

Stando ai dati del report 5 Stelle, il Parlamento siciliano è addirittura più caro della Casa Bianca: costa infatti un milione in più rispetto alla residenza del presidente degli Stati Uniti. Se il primo costa 137 milioni di euro, il secondo si ferma a 136 milioni.

Nel 2018 le ore di lavoro dell’aula parlamentare sono state pari “a un mese e mezzo di un lavoratore full-time”, si legge nel report del deputato 5 Stelle Zito.

“A parte gli atti dovuti e quindi i documenti finanziari non c’è stata una riforma, un testo normativo che sapesse risolvere un problema dei siciliani”, scrivono ancora i 5 Stelle, che contestano anche la qualità del lavoro svolto dal Parlamento siciliano.

“Se scomputiamo dalle leggi approvate l’anno scorso i documenti finanziari rimane poca cosa mentre nel primo anno del governo Crocetta c’erano più testi normativi di riforma e meno atti dovuti, di bilancio. Abbiamo un’arma straordinaria che è lo Statuto, ma non lo utilizziamo per la principale attività che questo ci consente di fare: legiferare”.

I parlamentari più produttivi risultano essere i pentastellati con il 44, 75 per cento di atti parlamentari presentati. Al secondo posti i rappresentati del Pd con il 20,82 per cento e DiventeràBellissima con il 10,18 per cento.

Il risultato peggiore è stato invece raggiunto da Sicilia Futura, con 0,52 per cento e Fratelli d’Italia (2,66 per cento).

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