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Omicidio Desirée, fermati tre uomini: si cerca un quarto

I due uomini di 26 e 43 anni sono stati fermati nella notte tra il 24 e il 25 ottobre per lo stupro e l'omicidio di Desirée Mariottini, la ragazza di 16 anni uccisa nel quartiere romano di San Lorenzo. A essere fermato anche un terzo uomo 40enne di nazionalità nigeriana.

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 25 Ott. 2018 alle 19:08 Aggiornato il 25 Ott. 2018 alle 19:10

Due uomini senegalesi e un nigeriano sono stati fermati per la morte di Desirée, la ragazza di 16 anni violentata e uccisa nel quartiere San Lorenzo di Roma. (chi era Desirée Mariottini)

I due senegalesi sono Mamadou Gara, 26 anni, Brian Minteh, 43, mentre il nigeriano è un uomo di 40 anni di cui non si conosce l’identità.

I tre sono indagati, in concorso con altre persone in via di identificazione, di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario.

Le forze dell’ordine stanno cercando una quarta persona presente la sera del decesso della ragazza.

Secondo gli inquirenti, la ragazza di 16 anni si prostituiva per avere droga.

Nel corso della giornata è stata fermata anche una terza persona coinvolta nell’omicidio della ragazza. Si tratta di un uomo di nazionalità nigeriana, di 40 anni, posto in stato di fermo dalla Questura di Roma al termine dell’interrogatorio condotto dagli uomini della Squadra Mobile.

A dare la notizia del fermo, la Squadra mobile di Roma e dal commissariato San Lorenzo, che sta conducendo le indagini del caso sotto il coordinamento della procura.

Secondo la polizia, Mamadou Gara e Brian Minteh hanno somministrato stupefacenti alla ragazza di 16 anni il pomeriggio del 18 ottobre per ridurla in stato di incoscienza. In seguito ne hanno abusato sessualmente, causandone la morte avvenuta nella notte del 19 ottobre.

Mamadou Gara aveva un permesso di soggiorno per richiesta d’asilo scaduto ed era stato espulso con un provvedimento del prefetto di Roma il 30 ottobre del 2017. Resosi irreperibile, era stato rintracciato dalla polizia a Roma il 22 luglio 2018, con richiesta di nulla osta dell’autorità giudiziaria per reati pendenti a suo carico.

Il suo connazionale Brian Minteh aveva presentato alla questura di Roma il 24 agosto 2017 una istanza di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari. La questura era in attesa di integrazioni documentali perchè la domanda risultava carente di iscrizione anagrafica.

Gli investigatori stanno ora cercando il quarto complice coinvolto nella morte della ragazza.

L’omicidio di Desirée

Nella notte tra giovedì 18 e venerdì 19 ottobre 2018 in un edificio abbandonato di San Lorenzo, il quartiere universitario di Roma, è stato trovato il cadavere di Desirée, una ragazza di 16 anni di Cisterna Latina. L’adolescente sarebbe stata prima drogata e poi violentata e le cause della morte sono ancora da accertare.

In un primo momento gli inquirenti avevano parlato di una donna di circa 30 anni morta per overdose, ma gli accertamenti successivi hanno smentito la prima ipotesi.

L’autopsia ha confermato che la ragazza ha subito violenza sessuale e che ha assunto sostanze stupefacenti.

Il 24 ottobre sono iniziati gli interrogatori delle persone identificate dalla squadra mobile come possibili sospettati nella violenza di gruppo e nella morte della 16enne.

Il ministro Salvini a San Lorenzo

Il 24 ottobre, il vicepremier Matteo Salvini è arrivato a San Lorenzo: il quartiere era diviso a metà.

C’era chi lo sosteneva e urlava: “Il quartiere è con te”. E c’era chi ha contestato il ministro dell’Interno, come le femministe di “Non una di meno” che hanno srotolato uno striscione con scritto: “Salvini specula sulle tragedie. San Lorenzo non è la tua passerella elettorale”.

A San Lorenzo, Salvini aveva detto che sarebbe andato non come un osservatore ma “per riportare legalità e tranquillità”. E, per rispondere a un quatiere che lo contestava, ha ribadito:”È ora di riportare le regole, ci sono stabili occupati da anni e vedremo di essere più coraggiosi”.

Ha annunciato un pugno di ferro e un piano straordinario di sgomberi: “Non si può sempre aspettare il morto. Sono situazioni che vanno avanti da anni e anni. Mi domando come mai non si è fatto nulla nei 15 anni eccedenti. Provo tristezza per i ragazzotti dei centri sociali che preferiscono gli spacciatori alla polizia. Loro, e chi la pensa come loro, avranno la nostra attenzione”.

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