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Il direttore della Normale di Pisa si è dimesso

Di Laura Melissari
Pubblicato il 9 Gen. 2019 alle 12:33

Vincenzo Barone, direttore della Normale di Pisa, si è dimesso. Il 9 gennaio 2019 le sue dimissioni irrevocabili sono state presentate al Senato accademico.

Il direttore della prestigiosa università toscana era al centro della bufera in seguito alla sua idea di portare la Normale anche al Sud, e precisamente a Napoli, con una partnership con l’Università Federico II.

La polemica era stata alimentata anche dall’intervento del sindaco leghista di Pisa, Michele Conti, e dal deputato Edoardo Ziello, che avevano accusato Barone di togliere centralità e prestigio sia all’Università che alla città di Pisa. La Normale, fondata più di 200 anni fa, è una delle scuole di eccellenza migliori del paese.

Il ministero dell’Istruzione aveva però confermato uno stanziamento di 50 milioni di euro per la sperimentazione triennale per l’esportazione della scuola a Napoli, ma senza il “brand” Normale.

Il malcontento degli studenti nei confronti di Barone era già latente da tempo. Gli studenti avevano accusato il direttore di scarsa trasparenza e poco rispetto degli organismi, tanto da aver presentato una mozione di sfiducia.

Nel presentare le dimissioni da direttore della Normale di Pisa, Vincenzo Barone ha dichiarato: “Non ho nulla da commentare, d’ora in avanti penserò un po’ di più alla mia salute”.

Il sindaco di Pisa ha detto: “Non spetta a me commentare le scelte interne della Scuola Normale Superiore o del suo Direttore che, a quanto si apprende dalle notizie delle agenzie, sarebbe dimissionario. La mia è stata una battaglia per la città di Pisa, troppo spesso in passato depauperata delle proprie eccellenze”.

“La Scuola Normale Superiore è qui da 208 anni, e rimane a Pisa continuando a portare avanti progetti di apertura e collaborazione con le università e con gli altri istituti di eccellenza. Auspico per la Scuola Normale che dopo questa vicenda corpo docente, studenti e ricercatori sappiano ritrovare l’armonia necessaria per continuare a rappresentare quell’eccellenza che caratterizza la Scuola in tutto il mondo”.

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