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Da dove vengono i migranti a bordo della Diciotti e perché non è vero, come dice Salvini, che sono tutti irregolari

La maggioranza delle persone soccorse della nave della Guardia costiera viene dall'Eritrea

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 25 Ago. 2018 alle 13:49 Aggiornato il 25 Ago. 2018 alle 13:52

La nave Diciotti, della Guardia costiera italiana, è ferma al porto di Catania dalla tarda serata di lunedì 20 agosto 2018 con a bordo 177 migranti soccorsi la notte di Ferragosto in acque maltesi (qui tutti gli sviluppi della vicenda).

Solo 29 minori non accompagnati sono stati lasciati scendere dalla nave nella serata di mercoledì 22 agosto.

L’autorizzazione ad attraccare a Catania è stata data dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Danilo Toninelli, ma il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rifiuta di concedere il via libera allo sbarco dei migranti.

Salvini motiva la sua decisione con la mancanza di assicurazioni da parte degli altri Paesi europei sulla redistribuzione dei migranti, ricordando che in precedenza gli impegni presi non sono stati rispettati.

Il Governo ha minacciato di tagliare i finanziamenti italiani all’Unione europea, se Bruxelles o gli Stati membri non interverranno sulla redistribuzione dei migranti sbarcati in Italia.

Salvini ha dichiarato che coloro che si trovano a bordo della nave Diciotti sono “tutti immigrati illegali”. “Non retrocedo di un millimetro”, ha sottolineato rispondendo alle critiche ricevute da più parti.

L’affermazione del ministro, però, non è vera.

I migranti salvati dalla nave della Guardia costiera, così come tutti quelli che arrivano sulle coste italiane a bordo di barconi o dopo essere stati soccorsi, raggiungono le coste europee per presentare richiesta di permesso per protezione internazionale.

Nel momento stesso in cui la domanda viene depositata il migrante diventa un richiedente protezione internazionale e, finché la sua istanza non riceve risposta, ha diritto, in base al Trattato di Dublino, a stare sul territorio del Paese di primo sbarco.

Il completamento dell’intera procedura richiede diverso tempo, in media un anno e mezzo.

Nel frattempo questi migranti vengono gestiti nell’ambito del sistema nazionale di accoglienza, che è articolato in due tipologie diverse: i centri governativi e lo Sprar.

Se la richiesta di protezione internazionale viene accolta, il migrante diventa un rifugiato politico pienamente regolare. Se la richiesta viene respinta, il migrante deve lasciare il Paese che l’ha accolto. Solo se vi rimane diventa un immigrato irregolare o clandestino.

Per queste ragioni, non è corretto dire che i migranti a bordo della nave Diciotti sono tutti irregolari.

Quanto ai Paesi di provenienza di questi migranti, la maggioranza viene dall’Eritrea, Paese che non in guerra ma nel quale Amnesty International ha rilevato un “restringimento dello spazio politico” e una “negazione persistente dei diritti fondamentali”.

Le altre persone presenti sulla nave vengono da altri Paesi africani, del Medio Oriente e dell’Asia. In particolare, dieci provengono dalle isole Comore, sei dal Bangladesh, due dalla Siria, una dall’Egitto e una dalla Somalia.

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