Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Non parlava più dal terremoto di Amatrice, Serena ritrova la voce dopo un tema in classe

Il terremoto di Amatrice. Credit: AFP

Serena D'Amico, 15 anni, ha ripreso a parlare dopo un compito in classe

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 20 Ago. 2018 alle 18:10 Aggiornato il 20 Ago. 2018 alle 18:15

Dal 24 agosto 2016 Serena DʼAmico, 15 anni, ha smesso di parlare. Quel giorno la ragazza ha perso la nonna sotto le macerie causate dal terremoto che ha colpito Amatrice. muta terremoto amatrice

Dopo due anni Serena ha ripreso ha parlare, l’ha aiutata un compito in classe, un tema che le ha permesso di sfogarsi.

La nonna di Serena ha perso la vita sotto le macerie della palazzina di tre piani in cui abitava. Da quel giorno la ragazza era rimasta in silenzio, colpita da una forma di mutismo.

Il 6 dicembre 2017 però Serena è riuscita a superare questo trauma, l’insegnante di lettere del suo liceo, il liceo Classico Varrone di Rieti, ha assegnato alla classe un tema “Inventa un racconto a piacere”. Grazie a quel compito in classe Serena ha sfogato tutto il suo dolore causato dalla perdita della nonna e ha ripreso a parlare.

La storia la racconta il quotidiano Il Messaggero, che ha raccolto la testimonianza della professoressa Perotti, docente di Serena.

“Succedeva sempre nell’ora di geografia. Tra gli argomenti c’era anche il tema del terremoto: quando intuiva che potessi parlare dell’argomento, Serena si alzava e senza dire nulla usciva dalla classe. Non ho mai provato a fermarla […] Dopo quel tema Serena si è sbloccata prendendo parte alle lezioni. Ha iniziato a raccontare della sua vita ad Amatrice, di com’era prima del terremoto e così via. Il tema ha segnato una sorta di rinascita”.

Nel tema in classe Serena descrive la nonna come “la persona più importante al mondo”.

“Il 24 agosto è un giorno che ricorderò per il resto della mia vita a volte un oggetto che ho davanti, o magari una persona, mi riportano a quel giorno […] Il palazzo di mia nonna di tre piani era diventato un cumulo di macerie di due metri. Se la sera prima avessi saputo che l’avrei abbracciata per l’ultima volta, giuro che l’avrei stretta più forte e sarei rimasta con lei”.

“Mia nonna è una persona forte che si è sempre sacrificata per il bene della famiglia: per me è una seconda mamma. Utilizzo i tempi al presente perché lei non merita di essere ricordata al passato”.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version