Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Milano, sgominata banda di spacciatori. Incastrati dalla parola d’ordine: “Berlusconi”

Mandato di arresto per traffico internazionale di stupefacenti per undici persone. Tre però sono ancora in fuga

Di TPI
Pubblicato il 5 Dic. 2018 alle 13:22 Aggiornato il 5 Dic. 2018 alle 13:24

La loro parola chiave: “Berlusconi”. Per undici spacciatori, accusati di traffico internazionale di stupefacenti, è scattato il mandato di arresto per traffico internazionale di droga.

Per parlare tra di loro avevano inventato un ingegnoso sistema di crittografia, usando una parola di dieci lettere tutte diverse. E ad ogni lettera era associato un numero. In questo modo si passavano informazioni e contatti. La parola era “Berlusconi”.

Lo ha scoperto la squadra Mobile di Milano, nell’indagine “Brave Heart” che ha portato al mandato di arresto a carico di 11 persone per traffico internazionale di stupefacenti: di questi tre sono ancora in fuga.

L’organizzazione, divisa in due gruppi, gestiva un grosso traffico di cocaina dall’Olanda, destinata al mercato di Milano. Durante l’indagine, durata circa due anni – da fine 2016 ad oggi – la polizia ha sequestrato oltre 40 chili di cocaina pura al 92%, che venduta al dettaglio può valere oltre 4 milioni di euro.

Droga dall’Olanda in Italia

Dall’Olanda venivano fatte partire le auto che facevano da corriere, di solito di media cilindrata, e modificate apposta per contenere il carico di panetti e soldi.

Contrariamente a quanto solitamente avviene, ovvero l’utilizzo di manodopera straniera per i lavori più “umili e pericolosi” come il trasporto, in questo caso i capi albanesi incaricavano corrieri italiani di fare viaggi attraverso il Belgio o la Germania, per portare i carichi verso la piazza di spaccio di Milano.

Quasi sempre si trattava di autotrasportatori anziani e insospettabili, che avrebbero passato indenni i controlli alle frontiere. A meno di non essere stati posti sotto indagine: nelle auto seguite dai poliziotti sono stati scoperti sistemi di GPS installati nel cruscotto che davano ai capi la possibilità di seguire minuito per minuto il tragitto dell’auto.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version