Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Interviste

Marco Miccoli a TPI: “Noi del PD dobbiamo imparare da Simone. Lui sa farsi capire nelle periferie, noi no”

Marco Miccoli. Credits: ANSA/ANGELO CARCONI

L'ex deputato del PD a TPI: "Al partito mancano sedi nelle periferie. L’interlocuzione con i territori una volta avveniva con le sezioni, ora non è più possibile"

Di Giulio Cavalli
Pubblicato il 10 Apr. 2019 alle 19:25 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:59

Marco Miccoli è un ex deputato del Partito Democratico e dirigente del partito romano. Uno che Roma la conosce molto bene e che da sempre si occupa di periferie. Abbiamo voluto porgli qualche domanda sulle recenti proteste di Torre Maura e sull’assenza del PD.

Miccoli, perché il PD non si è fatto vedere dalle parti di Torre Maura?

La situazione è complessa. Diciamo che dobbiamo distinguere: innanzitutto c’è da segnalare l’assenza in generale della politica, che è poi esattamente quello che contestano gli abitanti delle periferie. E mi pare che non si salvi nessuno anche dell’attuale maggioranza, che è stata attaccata per questo.

C’è il tema della politica in quei luoghi: il Partito Democratico è stato sconfitto nelle periferie mentre vince in centro. Un dato storico, politico e culturale che ci stiamo analizzando e che non riguarda solo noi.

Lì c’è molto associazionismo e volontariato. Manca da molto tempo il radicamento. Per questo la protesta va separata dal quadro generale: non possiamo identificare le periferie con quella protesta, parliamo di un territorio che ha 290mila abitanti.

La stessa Torre Maura ne ha 30mila e se uno guarda le immagini, lì c’era un presidio di 120 persone, tenendo conto anche delle due organizzazioni neofasciste. Lì intorno poi ci sono 16 centri di accoglienza su cui non sono mai stati segnalati problemi.

Noi dobbiamo chiederci piuttosto perché pensano di essere stati abbandonati dal PD e qui vedo due motivazioni sostanziali.

Una questione organizzativa, ovvero la mancanza di sedi nelle periferie, la nostra riorganizzazione e il finanziamento pubblico ai partiti che ha avuto una ricaduta negativa. L’interlocuzione con i territori una volta avveniva con le sezioni, ora non è più possibile.

Due: le politiche adottate negli ultimi decenni. Il PD ha subito sicuramente un giudizio negativo. Ma vorrei ricordare che a Roma negli ultimi 10 anni noi abbiamo governato solo 2 anni con Marino.

Non ritiene comunque importante la presenza del partito in quel territorio, ora che il caso è esploso a livello nazionale?

Noi questo tema ce lo dobbiamo porre. Dal punto di vista mediatico non è molto affascinante, ma il PD  ad esempio a Corviale ha una presenza maggiore, che riduce la distanza coi cittadini.

Ricordiamoci una cosa. Roma è 12 volte Milano e a macchia di leopardo esistono buone pratiche, anzi ottime, ma insufficienti. Io mi sono iscritto al PD per rappresentare quei territori, le periferie.

Ma come può essere accaduto che un ragazzino di 15 anni, Simone, sia risultato più convincente dei quintali di parole che voi ogni giorno spendete sulle periferie?

Quel ragazzino ha avuto una potenza di linguaggio che noi non abbiamo. Esattamente al contrario di quello che dice la Stancanelli, è stato immediato, facile da capire, fermo e in più comprensibile.

Noi in questi anni abbiamo usato un linguaggio che in quel mondo non viene recepito. Simone l’hanno capito tutti e ovunque, si è fatto capire in tutte le periferie d’Italia. Chiaro, veloce, immediato, ironico, romanesco, ha ridicolizzato questi energumeni.

L’abbinamento è da analizzare perché a noi manca. Io ho visto alcuni nostri esponenti spiegare Torre Maura in modo incomprensibile a quella popolazione. Il “Non me sta’ bene che no” di Simone ha superato anni e anni di analisi da parte dei nostri, che stanno tutto il giorno a studiare i social e la comunicazione.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version