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L’Italia in vendita

La decadente bellezza degli edifici italiani messi all'asta online. Ma nessuno li vuole

Di Giulia Alfieri
Pubblicato il 7 Lug. 2014 alle 12:00

Un castello, un’isola, un’antica palazzina, un ex convento e un ex ospedale militare. Edifici di proprietà dello Stato italiano che l’Agenzia del Demanio ha messo in vendita nel corso della sua prima asta online, conclusa venerdì 4 luglio.

Nessun brivido in attesa di scoprire se l’offerta proposta fosse sufficiente per accaparrarsi uno dei gioielli di proprietà del Demanio. Perché? Semplice, nessuno li vuole.

Dei cinque beni citati, solo uno ha trovato un acquirente. Mirko Mario Martin è l’immobiliarista che per 610 mila euro si è aggiudicato l’ex ospedale militare di Trieste. Miglior offerente? No, unico.

L’idea di mettere in vendita questi pezzi di storia è stata avviata dal governo Monti e ora ripresa dal presidente del consiglio Renzi. Lo scopo è quello di rimpolpare le casse dello Stato e ridurre il debito pubblico nazionale, pari adesso al 132 per cento del Pil.

L’iniziativa non ha portato ai risultati sperati. Le altre offerte, per esempio quelle per l’isola di Poveglia, 75 mila metri quadrati di terra nella laguna veneziana, sono state giudicate troppo basse dall’Agenzia del Demanio. L’ex presidente di Confindustria Venezia, Luigi Brugnaro, aveva offerto 513 mila euro contro i 400 mila raccolti dai cittadini per impedirne la privatizzazione. 

Brugnaro, intervistato dal Wall Street Journal, ha riferito che “in Italia gli imprenditori non sono visti in modo positivo”. Il suo progetto era quello di investire 20 milioni di euro per la costruzione di un centro di recupero per persone con disturbi alimentari e restaurare alcuni edifici storici dell’isola.

Però all’Agenzia del Demanio non è bastato. L’offerta era troppo lontana dalle aspettative per quella che è internazionalmente conosciuta come “L’isola della follia”. Poveglia, ex lazzaretto per i malati di peste, è disabitata dal 1970 ma sul suo conto circolano tante leggende. Si dice che sia infestata dai fantasmi, che siano loro ormai gli abitanti, e durante lo show televisivo statunitense Ghost’s Adventure è stata definita come uno dei luoghi più oscuri del mondo.

Non sono solo i fantasmi i colpevoli dello scarso successo dell’iniziativa. Infatti, il castello di Gradisca d’Isonzo, l’antica palazzina di fronte al santuario della Madonna di Loreto, e l’ex convento di San Domenico Maggiore a Taranto non hanno ricevuto nessuna proposta.

L’asta online si svolge in modo molto semplice: né prezzo di partenza, né schemi, solo offerte libere che, almeno in teoria, potrebbero essere anche di un euro. Vince la proposta più alta, che viene poi valutata in base alla congruità economica e giudicata sufficiente o meno.

Se da una parte per l’Agenzia del Demanio le offerte non sono state interessanti, dall’altra ci sono le lamentele degli offerenti. Tra le loro critiche, la poca trasparenza da parte del Demanio, l’assenza di un prezzo di partenza, i vincoli paesaggistici e la solita lentezza della burocrazia italiana.

Anche la stampa internazionale si interroga sul fallimento di questa iniziativa. È forse dovuto ai metodi usati per valutare i beni dello Stato? Un’asta online è realmente il modo migliore per venderli? Al The Guardian non sono ancora riusciti a trovare una risposta.

Intanto l’idea è stata ripresa anche da alcuni privati. Un intero villaggio alpino è stato messo in vendita su eBay dai suoi 20 abitanti. L’asta per le 14 case che compongono il borgo di Calsazio, frazione di Sparone in provincia di Torino, ai piedi del Gran Paradiso, parte da un prezzo di 245 mila euro e si chiuderà il 15 luglio.

L’obiettivo, spiega l’Uncem (Unione dei comuni montani), è che qualcuno acquisti il piccolo villaggio per dargli una seconda vita. Per questo l’organizzazione metterà a disposizione un piano di riqualificazione del borgo.

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