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Incendio nella tendopoli di San Ferdinando: migrante di 18 anni muore carbonizzato. Si sospetta origine dolosa

Suruwa Jaiteh, 18 anni.
Di Clarissa Valia
Pubblicato il 3 Dic. 2018 alle 16:00 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:36

Suruwa Jaiteh, 18 anni, del Gambia, è morto carbonizzato nell’incendio che è divampato nella notte di sabato primo dicembre all’interno di alcune tende allestite nella baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria.

Le fiamme sono state domate grazie all’intervento dei vigili del fuoco del presidio permanente che si trova nella vicina nuova tendopoli.

Non sono ancora note le cause del rogo che hanno provocato la morte del giovane migrante, ma il primo sospetto è che l’incendio che ha distrutto due baracche si sarebbe sviluppato in seguito a un fuoco acceso in uno dei rifugi di fortuna per riscaldarsi dal freddo della notte.

In un secondo momento, gli investigatori hanno affermato che il rogo potrebbe essere di origine dolosa.

Suruwa Jaiteh, morto tra le fiamme, era regolare in Italia, titolare di permesso di soggiorno per motivi umanitari, e ospite dal centro di accoglienza di Gioiosa Jonica presso il quale era domiciliato e dal quale si era allontanato volontariamente.

Il diciottenne dormiva nella baraccopoli occasionalmente e proprio mentre stava dormendo è morto senza accorgersi delle fiamme che divampavano.

Il prefetto di Reggio Calabria ha convocato d’urgenza un comitato per l’ordine e sicurezza pubblica che si terrà nella sede municipale del Comune di San Ferdinando per fare il punto della situazione domenica 2 dicembre.

La Cgil calabrese ha denunciato la situazione insostenibile delle baraccopoli. Il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato ha scritto un post su Facebook: “Arriva il messaggio di quelli che non vorresti mai ricevere e che fanno diventare lunga la notte. Un nuovo incendio alla tendopoli di San Ferdinando, ancora morte. È da anni che lo stiamo denunciando, qualche giorno fa lo abbiamo urlato direttamente dalla tendopoli con una iniziativa. Subito dopo lo abbiamo fatto in Prefettura a Reggio Calabria, che riteniamo abbia enormi responsabilità. Un anno perso per smantellare #Riace, un anno perso per evitare altre morti. Reagiremo”.

Quello di ieri sera non è stato il primo incendio divampato nella tendopoli di San Ferdinando. Un altro episodio si era verificato il 27 gennaio 2017 quando un rogo aveva distrutto circa 200 baracche e avare provocato la morte di una 26enne nigeriana, Becky Moses, e aveva provocato delle gravi ustioni a un’altra donna di 27 anni.

Video de Corriere della Calabria.
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