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“Amo questa città, ma a volte penso di lasciare Napoli”: Gino Sorbillo a TPI dopo la bomba contro il suo locale

Credit AFP PHOTO / ROBERTO SALOMONE

Lo storico pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo commenta per TPI l'esplosione della bomba che nella notte del 15 gennaio c'è stata contro il suo locale nel cuore di Napoli

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 16 Gen. 2019 alle 19:01 Aggiornato il 17 Gen. 2019 alle 11:33

Una bomba è esplosa nella notte del 15 gennaio contro la pizzeria di Gino Sorbillo a via dei Tribunali. Si è trattato di un vero e proprio attentato contro il noto pizzaiolo napoletano che ha denunciato su Facebook l’ennesima intimidazione subita.

L’intero quartiere è stato svegliato dall’esplosione: per fortuna nessuna persona è rimasta ferita. All’interno della pizzeria c’era ancora un dipendente e la struttura è da alcuni giorni chiusa per lavori. Un fatto grave che ha sconvolto tutti, compreso il mondo della politica, delle istituzioni, del food: tantissimi gli attestati di solidarietà.

Ma una ferita del genere non passa in qualche ora. A TPI lo storico pizzaiolo Gino Sorbillo ha rivelato alcuni suoi pensieri.

Il suo locale e la sua fama attirano indubbiamente l’attenzione della camorra. Le sono mai arrivate minacce di estorsione o peggio?

No, perché da ragazzo sono stato nell’arma dei Carabinieri e ho scelto 24 anni fa di continuare la tradizione familiare facendo la pizza, ma sono sempre stato un ottimo orecchio sul territorio per monitorare quello che accadeva, sono un ponte con le forze dell’ordine. Sono un cittadino che non fa solo pizze e pasta.

Roma e Milano non sono escluse da certe dinamiche, ma vivere nel cuore di Napoli significa apprezzare la realtà in modo diverso. Ha avuto paura stanotte?

C’era un mio dipendente, da quando c’è stato l’incendio, 5 anni fa, ho assunto una persona nel mio locale che mi copre il turno di notte e vigila anche su quanto accade. Data la solidità del portone di ferro, per fortuna questa persona al momento dello scoppio non si è fatta male, ma poteva veramente ferirsi gravemente, o peggio.

Qual è il messaggio che volevano farle arrivare?

Me lo sono chiesto, in fondo cosa volevano dirmi? Però ancora adesso non so darmi una risposta. Non so cosa abbia portato queste persone a prendermi di mira per fare affermare la loro forza.

Secondo lei era un gruppo organizzato?

Una bomba nel centro storico di Napoli non la metti così, era un atto organizzato. Si è spezzato un equilibrio o forse l’invasione di qualche elemento che vogliono affermare il predominio sulla zona, ma a volte a queste cose non ci arrivo.

Questa però è una ferita e un avvertimento forte, un segnale non fraintendibile. È coraggioso e talvolta doveroso restare, forse non sempre possibile.

Io ho già messo radici fuori, ho aperto a Milano e Roma. Ora sono qui a Milano, quando lascio Napoli ho sempre un po’ di tristezza, ma quando supero il viaggio e ci arrivo mi sento sollevato. A Napoli sento l’aggressività cittadina, questo scorrazzare di bande che come dei guappi che cercano il pretesto per litigare con le persone normali mi mette ansia. Posto che a Napoli ci sono tantissime persone normali e perbene, ma questa situazione, ripeto, mi mette molta ansia.

Le mette ansia tanto da pensare di andare via?

Alle volte ci penso. A Milano sono presente da prima di Expo, qui c’è una normalità di vita. Io amo Napoli, ho tantissimi amici, sono molto legato anche all’amministrazione, ho tanto rispetto. Però, lo dico veramente, a volte mi cadono le braccia. Mettere una bomba è da animali. È scoraggiante.

Oltre la presenza delle istituzioni, come possono fare i piccoli imprenditori napoletani a sentirsi sicuri e protetti?

Credo che i commercianti come me che si trovano a vivere in una città un po’ particolare devono lavorare e vivere senza cadere nelle tentazioni. Da 24 anni vivo e lavoro in un quartiere di Napoli dove le tentazioni ci sono, ma ho sempre vissuto e vivo tuttor come se fossi uno studente, con un profilo basso, senza farmi attirare dalle trappole. Un commerciante che resiste alle tentazioni della malavita e che resta fiducioso e sulle sue, può fare tanto per la categoria in generale. Diciamolo: ci sono alcuni commercianti che subiscono un po’ il fascino della malavita, la ricchezza e l’ostentazione della stessa.

Il consiglio è di non vedere, fare in modo che si riesca a vedere soltanto le belle cose e le belle persone che volendo ci sono. Come faccio io.

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