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Ecco il gelato con la bava di lumaca. E fa bene alla salute

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 13 Set. 2018 alle 17:33 Aggiornato il 24 Ott. 2018 alle 18:17

Un gelato a base di bava di lumaca. Sì, avete capito bene. Secondo quanti riporta La Repubblica, il maestro gelatiere Alessandro Racca, in forza nel corpo docente della Carpigiani Gelato University, ha realizzato un sorbetto di fragola in cui l’acqua è stata quasi del tutto sostituita da bava di lumaca.

Attenzione però: non si tratta di un particolare esperimento a fini pubblicitari, ma di una cosa seria. Il particolare muco delle chiocciole, per le specifiche proprietà nutritive, è molto utile per i disturbi dell’apparato digerente ed è l’ideale per i pazienti oncologici pediatrici.

Non trattandosi di un cibo appetitoso, Tania Bosio dell’azienda elicicola La Regina del Bosco di Monterotondo (BS) ha pensato che si poteva trovare un modo per invogliare i piccoli malati ad assumere la bava di lumaca. E che cosa di meglio se non un fresco gelato alla frutta?

“C’è ancora molto da studiare perché la ricetta è stata bilanciata sul momento e ho bisogno di fare alcune prove sulle caratteristiche chimico-fisiche del prodotto, ma partiamo da una buona base”, ha spiegato il gelatiere a La Repubblica.

Intanto però il prodotto ha superato la prova palato alla degustazione organizzata all’Albereta Relais & Chateaux dall’associazione CHIC – Charming Italian Chefs. E già si preannuncia la creazione di nuovi gusti all’incontro internazionale di Elicicoltura in programma a Cherasco (Torino) il prossimo 28 settembre.

La bava di lumaca

La bava di lumaca da tempo suscita interesse in campo medico e cosmetico.

Diversi studi hanno dimostrato che ha proprietà calmati, emollienti e lenitive per le irritazioni; disinfettanti, antisettiche e cicatrizzanti per le ferite e elasticizzati, idratanti e ricostituenti per la pelle (non a caso anche molte creme antirughe vantano di averla nella loro formula).

Quella che per il Ministero della Salute (circolare DGISAN del 23.06.2016) si chiama “muco di lumaca”, ed è destinato all’industria cosmetica e farmaceutica, deve provenire da allevamenti di molluschi gasteropodi registrati presso il Servizio Veterinario della ASL di competenza ed inseriti in una Banca Dati Nazionale e deve derivare da un processo estrattivo che la tuteli dalle contaminazioni.

Un processo “chiuso” che permette un drastico abbattimento delle cariche batteriche e il mantenimento del valore Ph sotto la soglia del 3% per un’ efficace conservazione. Questo permette di sfruttare la ricchezza di allantoina, mucopolisaccaridi, acido glicolico, collagene, elastina, vitamina A, C, E, peptidi.

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