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La vita di Formigoni in carcere: nel suo reparto Alberto Stasi e un altro celebre condannato

Roberto Formigoni e Alberto Stasi
Di Marco Nepi
Pubblicato il 25 Feb. 2019 alle 11:32 Aggiornato il 25 Feb. 2019 alle 11:33

Giovedì 21 febbraio, l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni è stato condannato dalla Cassazione a 5 anni e 10 mesi per corruzione, in relazione alla vicenda dei fondi neri della fondazione Maugeri.

Il Celeste, questo il suo soprannome, il giorno successivo si è consegnato spontaneamente al carcere milanese di Bollate.

Come raccontato da diversi giornali, Formigoni aveva con sé due zaini pieni di libri, tra i quali “La banalità del male” di Hannah Arendt. L’ex presidente della Lombardia si è sistemato in una cella condivisa con altri detenuti.

Nello specifico, si tratterebbe di un altro condannato nel suo stesso processo e di un detenuto italiano.

“L’uomo che ha governato la Lombardia per 18 anni – scrive il Corriere della Sera – è stato assegnato al primo reparto della casa circondariale di Bollate, che ospita tendenzialmente detenuti più anziani e quelli protagonisti di vicende che hanno avuto particolare clamore mediatico”.

E infatti nel suo reparto si trovano altri detenuti molti noti: tra questi spicca Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco.

Nello stesso blocco c’è anche Alexander Boettcher, condannato per le aggressioni con l’acido a Milano.

“Nella cella di circa 26 metri quadrati – scrive ancora il Corriere – ci sono armadietti guardaroba e portaoggetti, un tavolo con sgabelli (le sedie di plastica sono ammesse ma bisogna comprarle), un punto di cottura alimentato da bombolette a gas, lavandino, un piccolo bagno, televisione e mille oggetti d’utilità quotidiana che i detenuti si ingegnano a sistemare ovunque, a partire dalle pareti”.

“Durante la giornata, dalle 8 alle 20, le porte delle celle restano aperte e i detenuti sono liberi di circolare nel reparto o di partecipare alle tante attività di formazione e lavoro offerte nell’istituto”.

L’avvocato di Formigoni, Mario Brusa, ha spiegato che il Celeste è “addolorato ma realista rispetto alla situazione”.

Lo stesso Formigoni ha chiesto a parenti e amici di essere forti, di non abbattersi per la sua situazione.

I legali dell’ex presidente della Lombardia avanzeranno la richiesta della detenzione domiciliare, sulla quale dovrà dare un parere il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna.

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