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    La gaffe di Tajani sulle foibe. Scoppia un caso diplomatico con Croazia e Slovenia

    Antonio Tajani. Credit: Afp/ Askin Kiyagan / Anadolu Agency

    Il presidente dell'Europarlamento aveva detto: "Viva l'Istria italiana, viva la Dalmazia italiana"

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 11 Feb. 2019 alle 20:57 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:49

    I governi di Croazia e Slovenia hanno duramente protestato per le parole pronunciate dal presidente del Parlamento europeo, l’italiano Antonio Tajani, in occasione del Giorno del ricordo, che celebra il ricordo delle vittime delle foibe.

    “Viva Trieste, viva l’Istria italiana, viva la Dalmazia italiana, viva gli esuli italiani, viva gli eredi degli esuli italiani”, aveva detto Tajani, esponente di punta di Forza Italia, che successivamente ha spiegato di non aver voluto dare alcun carattere di “rivendicazione territoriale” alle sue parole.

    Il presidente sloveno, Borut Pahor, ha scritto una lettera al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in cui esprime “preoccupazione” per le “dichiarazioni inaccettabili da parte di rappresentanti di alto livello della Repubblica italiana in occasione della commemorazione delle vittime delle foibe che vogliono creare l’impressione che sia stata una pulizia etnica”.

    Il premier sloveno, Marjan Sarec, su Twitter ha condannato con forza le parole di Tajani, definendole espressione di un “revisionismo storico senza precedenti”. “Il fascismo era un fatto, e aveva lo scopo di distruggere il popolo sloveno”, ha scritto Sarec.

    Il premier croato, Andrej Plenkovic, ha commentato le parole del presidente dell’Europarlamento con una dichiarazione all’emittente N1: “Condanniamo con forza e rifiutiamo la sua affermazione che contiene elementi di rivendicazioni territoriali e di revisionismo. Il Governo e la Hdz sono fortemente contrari”. Plenkovic ha aggiunto di aver sentito telefonicamente Tajani e di avergli chiesto dei chiarimenti.

    Qualche ora dopo, Tajani, durante la seduta plenaria a Strasburgo, ha precisato: “Con la mia presenza ho voluto ricordare le migliaia di vittime degli italiani, ma anche tra croati e sloveni. Nel discorso ho fatto presente il percorso di pace e riconciliazione tra italiani, croati e sloveni. Il mio riferimento a Istria e Dalmazia italiane non e’ una rivendicazione territoriale ma un riferimento agli esuli italiani, ai loro figli e nipoti che erano presenti alla cerimonia”.

    Sulla vicenda è intervenuto anche Benedetto Della Vedova, Segretario di PiùEuropa: “Sono allibito dalle parole, come minimo equivoche, pronunciata ieri da Tajani durante il giorno del ricordo”, ha scritto Della Vedova su Facebook.

    “Tajani è il presidente del Parlamento di tutti gli europei prima ancora di essere il vice leader di un partito che rincorre il nazionalpopulismo di Salvini. Tajani non rispetta la sua funzione. La violenza subita dagli italiani di Istria e Dalmazia e gli assassinii di massa delle Foibe, colpevolmente negati o nascosti per decenni sono parte di un memoria comune italiana ed europea che dice ‘mai più'”.

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