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Festa dell’Unità, Fico: “I profughi dovevano scendere dalla Diciotti il primo giorno”

Invitato alla festa dell'Unità di Ravenna, il presidente della Camera ha affrontato il tema dell'immigrazione, della Libia e dell'omicidio del ricercatore Giulio Regeni

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 3 Set. 2018 alle 20:50

Il presidente della Camera Roberto Fico ha partecipato alla festa nazionale dell’Unità organizzata il 3 settembre a Ravenna ed è stato accolto da applausi e strette di mano dai presenti.

Fico, che appartiene al Movimento 5 Stelle, si è confrontato sul palco del festival con l’ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Il confronto è stato moderato dal direttore de L’Espresso, Marco Damilano.

Uno dei primi temi affrontati dal presidente della Camera, che ha visitato anche lo stand del Pd dedicato ai migranti, è stata l’attuale situazione in Libia.

“Sulla Libia sono molto preoccupato, perché c’è una tensione enorme ed è qualcosa di cui l’Europa si deve fare carico assolutamente”, ha affermato Fico.

“Ed è un problema grave che ci ha lasciato senza dubbio la Francia”.

Sempre rispondendo alle domande sull’immigrazione, Fico ha affermato che “è necessario costruire un altro regolamento di Dublino con la partecipazione di tutta Europa”.

La stoccata è diretta in particolare contro i paesi di Visegrad e il presidente ungherese Orban, che si rifiutano di accogliere la loro quota di migranti.

Uno degli obiettivi dell’Europa, continua il presidente della Camera, deve essere inoltre la costruzione di “corridoi umanitari per la cooperazione bilaterale”.

Affrontando invece la questione della Diciotti, Fico ha criticato il ministro dell’Interno Salvini e il modo in cui ha gestito la vicenda.

“Non c’è dubbio che dalla Diciotti le 179 persone insieme ai 29 minori non accompagnati dovevano scendere sul territorio italiano fin dal primo giorno e non si doveva aspettare tutto questo tempo”, ha dichiarato Fico.

“Sulla vicenda della nave Diciotti e di Aquarius ed una serie di questioni io prendo delle posizioni come ho fatto con il precedente governo quando non condividevo le posizioni del ministro Minniti sulla Libia”, ha continuato il presidente della Camera.

“Dire che ci sono 80 per cento di sbarchi in meno”, ha commentato Fico, “significa dire che l’80 per cento dei migranti sono in territorio libico e i centri di detenzione in Libia sono veri e propri lager”.

Parlando sul caso dei fondi della Lega, Fico ha risposto che il partito “dovrà rispettare la sentenza come tutti i partiti e tutti i cittadini italiani”.

Fico, parlando dei rapporti con l’alleato di governo, ha ricordato di essere tra i fondatori del Movimento 5 Stelle.

“Conosco il mio Movimento e so bene che nel contratto di governo ci si muove, ma troppo al di là non si potrà più muovere”. “Lega e 5Stelle lavorano su un contratto, non su un’alleanza”.

Infine, il presidente della Camera ha espresso il suo parere sul caso Regeni e sulla ripresa delle relazioni con l’Egitto.

“Fin quando non avremo elementi di avanzamento serio delle indagini per me non ci potranno essere grandi sviluppi e rapporti con l’Egitto”.

Fico ha quindi ribadito il bisogno di giungere alla verità sull’omicidio del ricercatore italiano.

“Su questo il governo sta lavorando. E bisogna lavorare tutti insieme. Come terza carica dello Stato sarò sempre uno scudo di protezione per la famiglia”.

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