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Trovato il cadavere dell’escursionista scomparso in Valmalenco il 7 dicembre: non si esclude omicidio

Mattia Mingarelli (Foto: Facebook)

Il corpo di Mattia Mingarelli è stato trovato in una zona a lungo battuta dai soccorritori

Di Carmelo Leo
Pubblicato il 26 Dic. 2018 alle 10:53 Aggiornato il 26 Dic. 2018 alle 10:57

Era scomparso nel nulla il 7 dicembre scorso, poco dopo essere arrivato in una baita presa in affitto tra le montagne di Chiesa in Valmalenco, a Sondrio, assieme alla sua famiglia.

Poi, dopo settimane di ricerche, il giorno della vigilia di Natale è arrivato il tragico ritrovamento: il corpo di Mattia Mingarelli, 30enne escursionista di Albavilla, in provincia di Como, è stato ritrovato in un bosco della Valmalenco, nelle vicinanze dell’area in cui aveva affittato la casa.

Gli investigatori, che hanno messo sotto sequestro la baita per poter svolgere le loro indagini, adesso non escludono la pista dell’omicidio.

Ieri, infatti, il ritrovamento del corpo del ragazzo è avvenuto a quota 1.800 metri, dopo una segnalazione di alcuni sciatori. Quella stessa area, tuttavia, era stata a lungo battuta da decine di soccorritori del Soccorso Alpino, da militari del Sagf e da Guardia di finanza, Vigili del fuoco e volontari della Protezione civile.

Nelle ricerche erano stati utilizzati anche i cani molecolari, specializzati proprio nel ritrovamento di corpi senza vita. Per questo, adesso, l’ipotesi che il cadavere si sia trovato lì fin dall’inizio inizia a vacillare. Gli inquirenti però, al momento, non si sbilanciano.

Il magistrato intanto ha disposto l’autopsia sul cadavere di Mingarelli. L’esame, che si terrà dopo le feste natalizie, potrebbe chiarire le dinamiche della morte del ragazzo: se si sia trattato di un fatto accidentale, di un suicidio o di un omicidio, ma anche se il decesso sia avvenuto proprio nelle vicinanze della baita o se il corpo è stato trasportato in un secondo momento.

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