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    Perché si festeggia l’Epifania?

    L'Adorazione dei Magi di Giotto
    Di TPI
    Pubblicato il 6 Gen. 2019 alle 10:02 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:56

    Il 6 gennaio numerosi paesi di tradizione cristiana, compresa l’Italia, festeggiano l’Epifania. Ma qual è la storia di questa festa?

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    Epifania è un termine greco che indica una “manifestazione”, in questo caso divina. Per i cristiani, l’Epifania che si festeggia è la manifestazione della divinità di Gesù Cristo, che per il Cristianesimo occidentale avviene con l’Adorazione dei Magi e si celebra il 6 gennaio, mentre per le Chiese orientali con il Battesimo di Gesù e si celebra il 19 gennaio.

    Nel cristianesimo del III secolo si usava associare il termine Epifania a tre diversi eventi con cui si era manifestata la natura divina di Gesù Cristo: l’Adorazione dei Magi, il Battesimo di Gesù e il miracolo delle nozze di Cana, in cui Gesù trasformò una grande quantità d’acqua in vino.

    L’episodio dell’Adorazione dei Magi, di cui abbiamo notizia tramite il Vangelo secondo Matteo, parla di alcuni Magi (nome con cui probabilmente si intendono degli astronomi) che, provenienti da Oriente, seguirono una stella che indicava come nella provincia della Giudea sarebbe nato un nuovo Re. Tale stella li condusse presso Gesù, nato pochi giorni prima a Betlemme, che venne da loro riconosciuto come il Re che cercavano e lo adorarono, portandogli oro, incenso e mirra.

    La tradizione cristiana successiva ha identificato questi Magi come “Re Magi”, adducendo a un Salmo dell’Antico Testamento in cui si dice “Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi”. Da questo passo e dal fatto che i doni sono stati oro, incenso e mirra la tradizione cristiana ha inoltre identificato i Magi nel numero di tre, riconoscendoli nei nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.

    L’importanza di questo evento è data dunque dal fatto che Gesù manifesta ai Magi per la prima volta la propria Divinità: appunto, l’Epifania. La data di questo episodio venne identificata come distante 12 giorni dal Natale dal padre della Chiesa Sant’Epifanio di Salamina, quindi il 6 gennaio.

    A partire dal XIX secolo numerosi teologi hanno messo in dubbio la storicità di questo evento, ritenendo che l’episodio citato nel Vangelo di Matteo non sia una cronaca ma un racconto didascalico, ovvero una costruzione letteraria che vuole fornire un insegnamento.

    L’insegnamento in questione è quello che Gesù nel corso della sua vita terrena non venne riconosciuto come Dio in terra né dal potere politico né dal potere religioso della Giudea, ma venne riconosciuto tale da persone “venute da lontano”, compresi gli strati più bassi della popolazione, e per questo visti dall’autorità con sospetto. Si tratterebbe secondo questi esegeti di un meccanismo letterario didascalico per cui questo concetto è stato inserito agli inizi della vita di Gesù sotto forma di un episodio specifico.

    L’Epifania, rappresenta dunque il momento in cui Gesù manifesta la propria divinità, e per questo è considerato una festività tra i cristiani occidentali.

    Le Chiese d’Oriente, tuttavia, celebrano questa festa in maniera diversa. Essi infatti celebrano l’Epifania insieme al Battesimo di Gesù, e la festa è generalmente detta Teofania (che significa “manifestazione di Dio”). La festeggiano inoltre il 19 gennaio, ovvero 12 o 13 giorni dopo il Natale ortodosso, che festeggiano il 6 o 7 gennaio in base alle diverse chiese. Il Battesimo di Gesù è invece celebrato dai cattolici la prima domenica dopo l’Epifania.

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