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Governo, si è dimesso il capo di gabinetto del Mef Garolfi dopo lo scontro sulla “manina”

Di TPI
Pubblicato il 19 Dic. 2018 alle 16:56 Aggiornato il 20 Dic. 2018 alle 18:26

Si è dimesso il capo di gabinetto del Mef Roberto Garolfi. Il magistrato, nominato al vertice della struttura del Mef da Pier Carlo Padoan, era stato confermato Giovanni Tria. Le dimissioni, volontarie, hanno subito fatto pensare a una sorta di “vendetta”, annunciata nel famoso audio del portavoce del presidente del Consiglio Rocco Casalino.

“O ci trovano i 10 miliardi del c… per il reddito di cittadinanza, oppure dedicheremo il 2019 a far fuori tutti questi pezzi di m… del ministero dell’Economia”, aveva detto Rocco Casalino, portavoce del premier Giuseppe Conte.

In molti vedono in queste dimissioni proprio l’inizio di quella “megavendetta” annunciata con in famoso audio dal portavoce del presidente del Consiglio Rocco Casalino. Niente “licenziamento” quindi, ma dimissioni volontarie anche se in molti parlano di un vero e proprio defenestramento. Il magistrato, nominato al vertice della struttura del Mef da Pier Carlo Padoan, era stato confermato in quel ruolo Giovanni Tria.

“Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere in posti chiave del Mef e della Ragioneria”, diceva il Movimento 5 stelle a luglio quando Di Maio accusò la famosa “manina” di aver inserito di nascosto 8 mila posti di lavoro in meno nella relazione tecnica del decreto dignità. Sul banco degli imputati c’era, oltre a Garofoli, anche il ragioniere dello stato Daniele Franco, in scadenza a maggio.

Al posto di Garolfi il nome più accreditato per il ruolo di capo di Gabinetto è quello di Fortunato Lambiase, attualmente capo della segreteria tecnica di Giovanni Tria.

Da settimane sul nome di Garolfi c’era un vero e proprio veto da parte di Palazzo Chigi, tanto che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, secondo fonti del Mef, aveva comunicato al ministro Giovanni Tria di non voler più ricevere a Palazzo Chigi il suo capo di Gabinetto.

Poi l’attesa per le sue dimissioni. Arrivate proprio nel giorno in cui è arrivata l’ufficializzazione dell’accordo tra il governo italiano e Bruxelles sulla manovra.

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