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    Di là, un cortometraggio sul diritto di fuggire

    "Di là", di Giulio Tonicelli, racconta la storia di Erminando, fotografo arrivato in Italia dopo essere fuggito dall'Albania. Una riflessione sul diritto di spostarsi e inseguire nuove opportunità altrove

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 21 Feb. 2018 alle 10:38 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:41

    Erminando Aliaj è un fotografo e insegnante di fotografia di moda. Vive a Brescia, dove ha studiato fino al conseguimento della laurea, ed è nato a Valona a luglio del 1984.

    Nell’aprile del 2014, dopo oltre 20 anni, decide di tornare nella sua Albania.

    Il ritrovarsi nei luoghi e con le persone della sua infanzia fanno riaffiorare le sensazioni e l’esperienza di quella notte di novembre, quando grazie alla coraggiosa scelta della madre, la sua vita cambiò radicalmente.

    Chi sarebbe Erminando se non fosse mai partito o come sarebbe stata la sua vita non lo sapremo mai. Questa volta il mare ha inghiottito solo le paure, lasciando che le speranze materne divenissero una concreta realtà, inseguite e perseguite con sogni che cambiarono lingua e modi di pensare.

    Al mondo ci sono gli aventi diritto al viaggio che grazie al loro passaporto possono andare ovunque, scegliendo spesso di partire senza mai andare lontano. Mentre chi non ha passaporto questo diritto lo cerca disperatamente pur di andar lontano, finendo spesso per non partire nemmeno.

    Tanti rimangono a guardare quel ‘Di Là’ solo in tv, ad ascoltarlo in radio o a leggerlo sui giornali. Erminando invece lo indossa ormai quotidianamente da 20 anni con la consapevolezza di avere avuto un’occasione che tutti dovrebbero meritare, non solo per il colore del passaporto.

    Giulio Tonincelli è un filmmaker e fotografo indipendente, diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Brescia.

    Ha vissuto diverse esperienze sia in Italia che all’estero e nelle sue varie avventure ha lavorato a New York nello studio del fotografo Steve McCurry e in diverse produzioni con registi come Luca Guadagnino, Edoardo Gabbriellini e Ferdinando Cito Filomarino.

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