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Di Battista diserta l’evento M5s a Milano: “Lasciato solo da Di Maio e dagli altri”

Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio
Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 11 Mar. 2019 alle 10:41 Aggiornato il 11 Mar. 2019 alle 11:15

Un’assenza rumorosissima. È quella di Alessandro Di Battista all’evento del Movimento Cinque Stelle che si è tenuto al villaggio Rousseau a Milano domenica 10 marzo.

Tutti lo aspettavano, ma Dibba non si è presentato. Non solo, ma l’esponente grillino da tempo, ormai, non fa più sentire la propria voce con la stessa frequenza del passato.

Un distacco che, secondo quanto riportato da La Stampa, non è affatto casuale e ha delle motivazioni ben precise. Di Battista si sarebbe sentito “scaricato”, “usato”.

Fonti pentastellate presenti all’evento di Milano hanno riportato al quotidiano torinese il malumore di Dibba: “Quando hanno cominciato a parlare delle ricadute negative delle sue uscite pubbliche nessuno lo ha difeso. E non hanno nemmeno smentito gli articoli che parlavano dei ripensamenti dei vertici del M5s che consideravano controproducente la sua strategia d’assalto”.

“Anche Di Maio è rimasto gelido. Alessandro si è lamentato perché era stato chiaro, al suo ritorno dal Guatemala. ‘Se volete, vi do una mano contro Salvini e per le Europee, ma a modo mio e sui miei temi'”.

Di Battista, insomma, ce l’ha con Movimento e anche col suo capo politico. Del gelo tra lui e Di Maio, del resto, si parla ormai da tempo. Dibba è espressione dell’ala più barricadera dei grillini, e ha mal digerito i compromessi con Salvini su Tap, legittima difesa, caso Diciotti.

Ora che anche sulla Tav non si trova una quadra, la distanza con Di Maio è diventata abissale.

“L’ultima apparizione in tv è quella, un mese fa, della reazione stizzita nello studio di Di Martedì, quando pretende l’applauso da una platea ammutolita – scrive La Stampa – In quelle ore Di Battista è nervoso, da giorni si parla dell’’effetto Dibba’” che non c’è. Anzi: nel M5S credono sia stato un boomerang. Un articolo riferisce dei pentimenti degli strateghi della comunicazione e dei sondaggi che non risentono del tornado guatemalteco”.

“L’ex deputato legge i giornali – continua il quotidiano torinese – percepisce l’imbarazzo di Giuseppe Conte, dei collaboratori del premier che devono mettere toppe diplomatiche con i francesi e dei grillini che dicono che ha perso la luce, che è stato un anno via e si è disabituato al linguaggio della politica. Quando gli applausi non arrivano più, Di Battista capisce: spegne tutto, social (da circa un mese) e telecamere”.

Il rapporto tra Di Battista e i vertici del Movimento, insomma, sembra ormai logoro. Di Maio, del resto, non ha intenzione di mollare di un centimetro la linea “governista”.

Il compromesso sulla Tav ha scongiurato la crisi dell’esecutivo, e il capo politico del M5s ha chiarito che intende portare avanti l’alleanza con la Lega fino al termine della legislatura.

Di Battista, nel frattempo, è destinato a restare in panchina. I tempi della lotta dura forse torneranno e Dibba potrà essere di nuovo protagonista. Sempre che, nel frattempo, le frizioni non si trasformino in una rottura insanabile.

 

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