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De Magistris contro Saviano e il film ‘La paranza dei bambini’: ” A differenza sua lavoriamo per cacciare la camorra”

Nuovo botta e riposta tra il sindaco di Napoli e lo scrittore

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 19 Feb. 2019 alle 17:57

Continua lo scontro tra il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e Roberto Saviano. Questa volta al centro della diatriba c’è il film “La paranza dei bambini”, che ha vinto l’Orso d’argento.

“Sono molto contento del trionfo a Berlino del suo film, ma sono molto meno entusiasta dell’incapacità di Saviano di raccontare la città di Napoli nel suo corpo, nella sua anima, nel suo cuore e nel suo pensiero”, ha commentato il primo cittadino.

“Evidentemente Saviano continua a non saper analizzare e conoscere Napoli, una città che ha bisogno di narrazioni corrette e che io difenderò sempre così come difenderò le opere d’arte”.

“Spiace che uno come Saviano non si sia reso conto di cosa sta accadendo in questi anni a Napoli dove le stese ci sono ancora, ma dove è di gran lunga prevalente la rinascita culturale di cui sono protagonisti anche tantissimi bambini”, ha proseguito il sindaco nel suo attacco contro lo scrittore.

“Noi non nascondiamo le stese, la camorra e la criminalità. Noi le vediamo tutti i giorni e, a differenza di Saviano che le racconta solo in testi e film, andiamo a incontrare i feriti, i commercianti e le persone danneggiate e lavoriamo per cacciare la camorra dalla politica”.

Ma le accuse di de Magistris contro il film e lo scrittore non finiscono qui: “La sua narrazione che Napoli è solo camorra è assolutamente inaccettabile perché qui ci sono insegnanti, poliziotti, carabinieri, magistrati, l’amministrazione e i cittadini che lottano, che si sporcano le mani, che ‘jettan ‘o sang’ (buttano il sangue) per una Napoli diversa e tra questi Saviano non c’è”.

Prima della proiezione de “La paranza dei bambini”, Saviano aveva anticipato le critiche che sarebbero giunta sulla sua pellicola: “Credere che raccontare le ferite della città sia un modo per diffamare è un falso: lo dimostra il fatto che il centro storico vive grazie ai turisti, come mai vengono e non sono terrorizzati dal nostro racconto?”.

Lo scrittore però non ha risparmiato critiche nei confronti dell’amministrazione: “A Napoli non è cambiato nulla da quando Le mani sulla città veniva visto come un film che parlava male della città o da quando Eduardo veniva visto con diffidenza, perché raccontava la parte buia e povera della città”.

“Ci sono passati tutti gli artisti e scrittori napoletani, per me è normale che la città celebri la pizza più grande del mondo e nasconda questi suoi aspetti, ma io continuerò e più darò fastidio, più avrò carica”.

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