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    “Ben vengano i controlli nelle moschee”: il presidente delle comunità islamiche d’Italia sulla stretta di Salvini

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 23 Apr. 2019 alle 14:16 Aggiornato il 23 Apr. 2019 alle 15:22

    Dopo la notizia secondo cui un uomo di origini marocchine ha accoltellato un passante nella zona della stazione Termini, a Roma, il ministro dell’Interno ha diramato una circolare indirizzata a prefetti e questori: “Scrivo a tutti i prefetti e questori – ha annunciato Salvini – per aumentare controlli e attenzione in luoghi di aggregazione di cittadini islamici, per prevenire ogni tipo di violenza contro cittadini innocenti”.

    Secondo alcune testimonianze, quella avvenuta a Termini alla vigilia di Pasqua è stata una lite tra due senza fissa dimora.

    Tutto sarebbe iniziato con un diverbio a bordo di un autobus. Il reato contestato all’aggressore dai pm della Procura di Roma è tentato omicidio con l’aggravante dell’odio religioso. >Cosa sappiamo finora

    Partendo dall’aggravante di odio religioso, il ministro dell’Interno ha deciso di promuovere una stretta sulla sicurezza nei luoghi di aggregazione per islamici in Italia.

    Sulla vicenda si sono espresse anche fonti del Movimento 5 stelle: “Dopo Torino, Roma. I tristi fatti di cronaca di questi giorni, con l’aggressione prima a due agenti della polizia da un soggetto che sarebbe dovuto essere già espulso, poi con l’accoltellamento di oggi dimostrano che il vero problema sono i quasi 600mila irregolari che abbiamo in Italia”.

    “E sui rimpatri non è stato fatto ancora nulla. Il problema ce lo abbiamo in casa, non è che scrivendo una lettera o una circolare si risolvono le cose. Bisogna fare di più sui rimpatri che sono fermi al palo”.

    TPI ha contattato telefonicamente il presidente delle comunità islamiche d’Italia, Yassine Laframe, che sull’innalzamento delle misure di sicurezza ha dichiarato:

    “Avevo già scritto una lettera al ministro dell’Interno per chiedere maggiori controlli nei centri di aggregazione islamica. Siamo i primi a volere più sicurezza perché la presenza delle forze dell’ordine ci rende contenti e ci serve. In questo clima di odio diffuso siamo contenti che questi luoghi vengano presidiati”.

    Laframe prosegue e spiega: “Ci sono persone che attaccano luoghi di culto in tutto il mondo, vengono prese di mira chiese, moschee, sinagoghe. Non abbiamo nulla da nascondere e la sicurezza serve a tutti”.

    Dopo gli attacchi a Christchurch in Nuova Zelanda, in una lettera aperta dell’Ucoii indirizzata al ministro dell’Interno Matteo Salvini, si chiedeva protezione ai musulmani e alle moschee:”Alla luce dei recenti fatti di cronaca internazionale e del crescente sentimento di sconcerto e timore che ha colto la nostra comunità musulmana chiediamo rispettosamente un Suo intervento per tutelare gli uomini e le donne di fede che ogni giorno si riuniscono nei centri islamici per lo svolgimento delle proprie attività congregazionali e religiose.

    Come noto le moschee, gli enti associativi e i centri islamici sono impegnati, da sempre, in tutto il territorio nazionale, per l’integrazione dei cittadini di fede musulmana che vengono esposti alle insidie di una propaganda islamofoba e i cui esiti si fanno sempre più pericolosi per la cittadinanza tutta e per i cittadini di fede musulmana in particolare”.

    Come spiega il presidente Ucoii, in questo momento l’obiettivo deve essere la protezione di tutti i cittadini, evitando allarmismi su fatti di cronaca che vanno sempre verificati con attenzione,”Non abbiamo nulla da nascondere, abbiamo bisogno di maggiore sicurezza, visto il clima, vista la nostra trasparenza, la nostra apertura, siamo noi che chiediamo più sicurezza, per i centri islamici, le moschee e lo chiediamo al ministro dell’Interno”.

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