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Negozi chiusi domenica, Cobas: “Ennesima promessa mancata di questo governo”

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 1 Feb. 2019 alle 13:48 Aggiornato il 1 Feb. 2019 alle 13:54

Lega e Movimento 5 Stelle hanno raggiunto un accordo sulla chiusura domenicale dei negozi: la maggioranza ha deciso che gli esercizi commerciali potranno restare aperti per la metà delle domeniche, ossia 26 su 52 totali.

Il piano prevede anche la chiusura in occasione delle 12 festività nazionali, ma sono concesse deroghe per un massimo di 4 giorni di apertura da stabilire su base regionale.

In sintesi, i negozi possono lavorare 26 domeniche su 52 su tutto il territorio nazionale. Previste deroghe per le località turistiche e i centri storici e sarà dato potere decisionale alle Regioni.

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Il divieto, per esempio, non si applica invece ai negozi presenti nei centri storici: le attività commerciali hanno il permesso di restare aperti tutte le domeniche, tranne nei giorni festivi.

L’accordo raggiungo dal governo non soddisfa in alcun modo le richieste del sindacato Cobas nazionale, che con il suo portavoce Francesco Iacovone annuncia:

“Mario Monti ha fatto un decreto in quattro e quattr’otto che ha portato un intero settore all’inferno e il Governo del cambiamento ha partorito una proposta in commissione alla Camera che di fatto protegge lo strapotere delle multinazionali del commercio che stanno mettendo sul piatto tutto il loro peso specifico”.

“Luigi di Maio faccia una dichiarazione sulle sue vere intenzioni– prosegue il rappresentante sindacale – perché le sue promesse me le ha fatte viso a viso e le hanno ascoltate milioni di lavoratori del settore, che si ritrovano a dover lavorare di sicuro le 26 domeniche già previste dal contratto nazionale e saranno sottoposti all’arbitrarietà delle Regioni e dei Comuni che faranno la corsa a dichiararsi di interesse turistico”.

“La proposta ora dovrà passare tutto l’iter parlamentare e non ho dubbi sul fatto che sarà ancora modificata in pejus. Insomma, l’ennesima promessa mancata di un governo che di promesse ne ha già tradite troppe”.

“Le liberalizzazioni non hanno dato nessun valore aggiunto alla nostra economia, siamo in recessione, i dati del commercio ci dicono chiaramente che il commercio non sta migliorando le proprie performance. La realtà, quella vera, è che gli acquisti li spingono i redditi dei cittadini ma i redditi dei cittadini stanno regredendo paurosamente”.

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