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Come funziona l’assegnazione della scorta

Qual è e come funziona l'organo che si occupa dell'iter che porta all'assegnazione e alla revoca della scorta

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 5 Feb. 2019 alle 13:35

A seguito dell’omicidio di Marco Biagi ad opera delle Brigate Rosse nel 2002, l’allora governo Berlusconi decise di creare con un decreto legge l’Ufficio centrale interforze personale.

L’Ucis è una struttura del dipartimento della Pubblica sicurezza che si occupa della tutela e della protezione delle persone esposte a particolari situazioni di rischio e assegna la protezione delle forze dell’ordine ai soggetti che necessitano della scorta.

L’Ufficio collabora con le forze dell’ordine, l’Aisi e l’Aise, fa riferimento al Viminale e ha l’obiettivo di contrastare efficacemente le situazioni di pericolo e di minaccia personale.

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L’Ucis raccoglie e analizza “le informazioni relative alle situazioni personali a rischio, individuando e pianificando modalità, mezzi e risorse atti ad attuare i dispositivi di protezione”. Inoltre, l’Ufficio si occupa della formazione degli agenti predisposti al servizio di scorta.

La direzione dell’Ucis è affidata a un prefetto o a un dirigente generale della Pubblica sicurezza o a un generale dell’arma dei carabinieri di uguale livello.

Gli uffici provinciali e le questure stabiliscono se è necessario o no ricorrere alle misure di protezione personale e segnalano la persona in pericolo all’Ucis, motivando la loro decisione.

L’Ucis esamina poi la richiesta e decide se assegnare o meno la scorta, oltre a poterne poi valutare la revoca.

In quest’ultimo caso l’Ufficio deve dimostrare che la minaccia è venuta meno e che quindi non esiste più una minaccia concreta alla vita del soggetto protetto dalla scorta.

La decisione è presa dalla commissione centrale consultiva, composta dagli organismi dell’Ucis in concerto con i rappresentanti delle forze dell’ordine, a cui spetta il compito di  constatare se le minacce sono ancora concrete o meno.

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