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“Battisti Libero!”, dopo l’arresto spunta uno striscione davanti al Colosseo

Credit: Noi restiamo/Facebook

Dopo il suo arresto sono apparsi i manifesti e poi le foto sui social con un messaggio

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 14 Gen. 2019 alle 15:31

“Battisti Libero! Amnistia per i compagni”, così recita uno degli striscioni apparsi nella notte di domenica 13 dicembre a pochi passi del Colosseo a Roma. Cesare Battisti, ex terrorista latitante da quarant’anni, è stato arrestato in Bolivia dall’Interpol, arrivato in Italia per le 11:38 del 14 gennaio 2019 dovrà scontare l’ergastolo ostativo nel carcere di Oristano, in Sardegna.

Lo striscione a fondo bianco, con scritte rosse accompagnate da una stella, è firmato da “Noi Restiamo”, che sul profilo Facebook ha diffuso le immagini del manifesto affisso su un ponte vicino al monumento romano.

Nel post Facebook che accompagna le foto si legge: “L’asse Salvini – Bolsonaro arresta Cesare Battisti, capro espiatorio utilizzato per condannare un periodo storico di forte cambiamento sociale e aspra lotta politica. Con gli applausi della sinistra manettara il movimento reazionario a livello mondiale continua la sua macelleria sociale tentando l’annichilimento di una storia non pacificata. Come sempre nella storia i padroni e i servi coprono i loro crimini condannando chi ha reagito alla loro violenza”.

Cesare Battisti

L’ex terrorista è arrivato in Italia per le 11:38 del 14 gennaio 2019. Ad attendere Cesare Battisti [chi è] c’erano il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e dell’Interno, Matteo Salvini.

Il volo era partito dall’aeroporto Viru Viru di Santa Cruz in Bolivia, dove Battisti è stato arrestato, senza passare dal Brasile. L’aereo, un Falcon con matricola I-DEM, era arrivato a Santa Cruz alle 15 (ora locale) dalla capitale La Paz: a bordo anche l’ambasciatore italiano in Bolivia, Placido Vigo. [qui il video girato poco prima dell’arresto].

L’arrivo in Italia di Cesare Battisti era atteso da 38 anni. Per l’ex terrorista si aprono le porte del carcere di Oristano, dove sconterà l’ergastolo ostativo grazie a un accordo trovato tra Italia e Brasile che ha evitato lo scalo del volo partito dalla Bolivia a Brasilia.

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