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“Non sappiamo dove andiamo, cosa facciamo e cosa stiamo pensando”: Beppe Grillo attacca la politica

Di Laura Melissari
Pubblicato il 5 Dic. 2018 alle 20:02

“Arriveremo a non capire più chi siamo, dove siamo e cosa facciamo: è esattamente quello che sento io oggi nella politica italiana. Non sappiamo dove andiamo, cosa facciamo e cosa stiamo pensando. Aspettiamo questo Godot..”. Sono le parole di Beppe Grillo che interviene con un video sul suo blog e lancia una frase che come al solito va oltre i confini della provocazione.

“Non so se questo sviluppo frenetico, tecnologico e scientifico ci cambierà. Però so che questa tecnologia ci porterà a ribadire tutti i concetti uomo-macchina, le leggi di Asimov. Dove stiamo andando? Cosa stiamo facendo? Cosa stiamo aspettando? È quello che sta avvenendo nella politica italiana…”. Cosi’ ha detto Beppe Grillo in un video in cui compare con una maschera sul viso.

“Noi possiamo convivere con la macchina e farci sopraffare dalla macchina ma con questa singolarità arriveremo a non capire più chi siamo, dove andiamo e cosa facciamo: esattamente quello che sento io nella politica italiana. Aspettiamo questo Godot che non arriverà mai ma arriverà semmai una macchina che avrà prodotto Godot”.

Il garante del Movimento Cinque Stelle si scaglia contro la politica in generale ma anche contro il suo stesso Movimento. Grillo non è nuovo a manifestazioni di contrarietà negli ultimi tempi.

Nei giorni scorsi il padre di Alessandro Di Battista, Vittorio, aveva ironizzato sull’operato del governo del cambiamento.

Sul suo profilo Facebook, infatti, il padre di uno dei maggiori esponenti del Movimento 5 Stelle, spesso finito al centro dell’attenzione mediatica per le sue posizioni politiche, ha pubblicato un ironico post diretto al vicepremier Di Maio.

“È grazie a Dio che abbiamo vinto le elezioni e che siamo al Governo. In soli sei mesi, abbiamo rivoltato il paese da così a così. Abbiamo chiuso l’Ilva, bloccata la Tap, iniziata la nazionalizzazione delle autostrade, creata la Banca Etica e tolti i finanziamenti all’editoria”, ironizza Vittorio Di Battista.

“Mai avrei pensato che, con il mio voto, avrei contribuito a raggiungere questi risultati. Ma non sono ancora completamente soddisfatto”.

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