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“Abbiamo salvato 141 migranti, diteci dove possiamo sbarcarli”: l’appello della Aquarius ai governi europei

La nave Aquarius è gestita da Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere. Credit: AFP PHOTO / PAU BARRENA

Nota congiunta di Sos Mediterranée e Msf: "Preoccupati per le politiche europee che ostacolano l'assistenza umanitaria, prima di noi i migranti sono stati ignorati da cinque navi"

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 12 Ago. 2018 alle 13:27 Aggiornato il 17 Ago. 2018 alle 17:22

Dopo aver soccorso negli ultimi due giorni 141 migranti nel Mediterraneo, la nave Aquarius chiede ai governi europei che le venga assegnato un porto sicuro per sbarcare le persone salvate.

La richiesta è contenuta in un comunicato diffuso nella mattinata di domenica 12 agosto 2018 da di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere (Msf), le due Ong che gestiscono la nave, già finita al centro delle cronache a giugno per il no oppostole dal Governo italiano.

Le due Ong, si legge nella nota, “chiedono ora ai governi europei di assegnare un luogo sicuro di sbarco più vicino possibile in conformità con il diritto internazionale marittimo in modo che le persone salvate in mare possano essere sbarcate e l’Aquarius possa continuare a fornire la necessaria assistenza umanitaria”.

Venerdì 10 agosto, a distanza di poche ore, la nave ha soccorso prima 25 persone trovate alla deriva su una piccola barca di legno senza motore, poi altre 116 in una seconda operazione.

Più del 70 per cento delle persone salvate proviene dalla Somalia e dall’Eritrea. “Le condizioni di salute delle persone soccorse sono stabili al momento, ma molti sono estremamente deboli e denutriti. Molti riferiscono di essere stati detenuti in condizioni disumane in Libia”, si legge nella nota di Sos Mediterranée e Msf.

Le Ong spiegano di aver “informato delle operazioni svolte tutte le autorità competenti, tra cui i Centri nazionali di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc) di Italia, Malta e Tunisia oltre al Centro di coordinamento congiunto di soccorso (Jrc) libico, il quale ha informato l’Aquarius che non avrebbe assegnato un luogo sicuro di sbarco e ha ordinato alla nave di richiederlo a un altro Centro di coordinamento”.

La nave Aquarius si sta ora dirigendo verso nord per richiedere il luogo di sbarco più vicino a un altro Centro di coordinamento.

Sos Mediterranée e Msf “chiedono nuovamente a tutti i governi europei e alle loro autorità competenti per il soccorso marittimo di riconoscere la gravità della crisi umanitaria nel Mediterraneo e garantire un rapido accesso al luogo di sbarco sicuro più vicino e di facilitare, piuttosto che impedire, l’assistenza umanitaria salvavita nel Mediterraneo centrale”.

Le Ong aggiungono sottolineano di essere “estremamente preoccupate per le politiche europee che ostacolano l’assistenza umanitaria e che hanno provocato un numero vertiginoso di morti in mare negli ultimi mesi”.

“Le persone salvate a bordo hanno dichiarato ai nostri team di aver incrociato cinque diverse navi che non hanno offerto loro alcuna assistenza, prima di essere soccorse dall’Aquarius”, si legge ancora nella nota.

“Sembra che sia a rischio il principio stesso di fornire assistenza alle persone in pericolo in mare”, denuncia Aloys Vimard, coordinatore di Msf a bordo della nave.

“Le navi potrebbero non essere disposte a rispondere a coloro che sono in difficoltà a causa dell’alto rischio di rimanere bloccate e di vedersi negare un luogo sicuro di sbarco. Le politiche che mirano a impedire a tutti i costi alle persone di raggiungere l’Europa si traducono in maggiori sofferenze e anche in viaggi più rischiosi per persone che sono già molto vulnerabili “, ha affermato Vimard.

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