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Antonio Megalizzi diventa giornalista: l’Ordine dei giornalisti rilascia il “tesserino alla memoria”

Di TPI
Pubblicato il 18 Dic. 2018 alle 18:19 Aggiornato il 18 Dic. 2018 alle 18:20

Antonio Megalizzi è ora un giornalista. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha ratificato l’iniziativa promossa dal Presidente regionale dell’Ordine del Trentino Alto Adige Mauro Keller rilasciando un tesserino alla memoria di Antonio Megalizzi, il giovane reporter trentino vittima dell’attentato al mercatino di Natale di Strasburgo.

La tessera reca la data dell’11 dicembre, il giorno in cui è stato colpito da Chérif Chekatt. Il tesserino sarà consegnato a Trento ai familiari di Antonio dopo i funerali che si terranno nel Duomo.

“Cielo d’acciaio”, il racconto pacifista scritto da Antonio Megalizzi nel 2015

Intanto la salma di Antonio Megalizzi, a bordo di un volo di Stato, è tornata in Italia. Il feretro è arrivato a Roma: a bordo dell’aereo il padre di Antonio, Domenico Megalizzi e la fidanzata di Antonio, Luana.

Ad accogliere la salma, in rappresentanza dello Stato italiano, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dei Rapporti col Parlamento, Riccardo Fraccaro. La mamma del giornalista ucciso a Strasburgo, Anna Maria e la sorella Federica sono rimaste a Trento.

Il corpo di Antonio Megalizzi sarà portato all’istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli per essere sottoposto ad una tac total body su richiesta della procura di Roma che procede per i reati di attentato con finalità di terrorismo e strage.

La salma sarà poi restituita alla famiglia in vista dei funerali che saranno celebrati a Trento. Il feretro sarà trasferito a Verona e dall’aeroporto scaligero trasportata andrà subito a Trento, scortato dalla staffetta della Polizia di Stato.

La camera ardente resterà aperta ininterrottamente fino al momento dei funerali: data e ora dell’ultimo saluto in cattedrale non sono ancora state definite e saranno concordate con la famiglia Megalizzi.

Europhonica ricorda Antonio Megalizzi e “Barto”

Europhonica ha voluto ricordare i suoi due giornalisti uccisi nell’attacco ai mercatini di Strasburgo con un commento a firma redazione. “Antonio e Bartek, pur essendo completamente diversi, erano persone molto simili. Bartek riusciva a sposare qualsiasi causa con una passione tale da instillare nelle persone l’interesse, o almeno la curiosità, su ciò che stava succedendo nel mondo”.

Antonio, invece, “aveva una dote naturale: spiegare in modo semplice la materia più difficile del mondo, che è l’Unione Europea. Aveva un approccio democraticamente pop. Lo faceva anche smontando con pazienza meticolosa tutte le bufale e i miti negativi sulle istituzioni”.

“Tutti voi avete un’idea di Bartek e Antonio come se fossero stati ritagliati da uno sfondo neutro, immagini fisse, cristallizzate. In realtà, forse non ricordate di averli visti e parlato con loro per una chiacchierata, per concordare un’intervista, o semplicemente incrociati tra i corridoi del Parlamento Europeo”.

Ma “loro erano lì, ogni sessione a fare il loro lavoro, come voi e avrebbero voluto farlo per tutta la vita. Perché, come ci diceva sempre Antonio, questo ‘è il lavoro più bello del mondo'”.

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